Di Kati Irrente | 31 Maggio 2024
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facile
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40 minuti
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4 Persone
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153/porzione
I carciofi alla giudia sono un piatto tipico della cucina romana che deriva però dalla tradizione culinaria ebraica, proprio come indica il nome. C’è però una differenza tra carciofi alla giudia e carciofi alla romana, cioè nel primo caso parliamo di carciofi fritti e scrocchiarelli mentre nel secondo sono cotti in padella.
Potete servire i carciofi alla giudia per contorni sfiziosi adatti a piatti di carne, soprattutto agnello o capretto. Oppure li potete portare in tavola come antipasto originale e di grande effetto scenico.
Infatti, a preparazione conclusa, vi renderete conto di quanto questi carciofi siano simili a splendidi fiori. Croccanti e dorati alla perfezione, questi carciofi fritti alla giudia sono molto facili da preparare e vi conquisteranno al primo assaggio.
Dilettatevi insieme a noi con questa ricetta! Il trucco per farli deliziosi è di friggerli in due tempi alla giusta temperatura, come indicato nella preparazione passo passo, e se avete dubbi su come pulire i carciofi guardate il nostro approfondimento.
Ingredienti
- carciofi romani (mammole) 4
- limone 1
- olio di semi di arachidi o di girasole per friggere 1,5 litri
- sale qb
- pepe qb
Preparazione
Iniziate a pulire i carciofi eliminando le foglie esterne più dure. Partendo dalle foglie esterne e ruotando ogni carciofo in senso anti orario, incidete poi le foglie una per una, togliendo la punta sopra la parte verde, fino ad arrivare a quelle interne, più morbide.
Eliminate la parte coriacea del gambo ma lasciatelo attaccato al carciofo per almeno 5 cm. Terminata l'operazione ponete i carciofi in una bacinella abbastanza ampia, precedentemente riempita con acqua e succo di limone. Lasciateli nell'acqua acidulata per circa 10 minuti.
Successivamente scolateli, strizzateli e premeteli a due a due uno contro l’altro per farli aprire leggermente. Premeteli anche sul piano di lavoro in modo che si aprano. Tamponateli con carta da cucina per assorbire l'acqua in eccesso.
Mettete abbondante olio per friggere in una casseruola e lasciate che si riscaldi fino a circa 140 gradi. Attenzione, è importante che l'olio ricopra interamente i carciofi.
Raggiunta la giusta temperatura dell'olio immergete i carciofi e fateli friggere a fiamma bassa per 10 minuti circa. Utilizzate una forchetta per controllare la cottura: se si infilzerà completamente alla base del carciofo, allora la preparazione è quasi giunta al termine.
Prelevate i carciofi alla giudia fritti e poneteli a sgocciolare su carta assorbente, schiacchiandoli ancora per aprirli per bene.
A questo punto fate scaldare nuovamente l'olio portandolo a 180/200 gradi, rituffate i carciofi nell'olio bollente.
Utilizzando due forchette, o in alternativa una pinza da cucina, girate i cuori di carciofi nella casseruola in modo da farli aprire e farli friggere per bene ovunque. Noterete che si aprono con la tipica forma a "fiore". Tenete gli ortaggi nell'olio fino a quando non raggiungeranno il tipico colore dorato sinonimo di croccantezza.
Una volta pronti, scolate i carciofi alla giudia e poneteli di nuovo su un piatto ricoperto da carta di cucina, in modo che perdano l'olio in eccesso. Salate e pepate. Prima di gustarli aspettate qualche minuto per farli raffreddare... non è consigliabile mangiarli estremamente caldi!
La storia dei carciofi alla giudia
La ricetta originale romana dei carciofi alla giudia risale a tempi molto antichi, infatti si trovano citazioni di questo piatto nei ricettari del secolo II.Nel 1500, con la formazione del ghetto ebraico di Roma, la preparazione di questi carciofi fritti due volte e mangiati durante la Pasqua ebraica, venne perfezionata. Diventò talmente famosa e apprezzata da arrivare fino ai nostri giorni, praticamente immutata.
Famosissima è la versione dei carciofi alla giudia di Sora Lella, che in un video dava consigli su come prepararli al meglio. Ossia su come pulirli e tagliarli a forma di rosa o crisantemo, per permettere ai carciofi di aprirsi proprio come un fiore una volta tuffati nell’olio bollente.
Grazie all’uso delle mammole, i tipici carciofi romani senza spine, che sono ottimi anche per fare i carciofi ripieni, si mangiano interamente, sia le foglie che il cuore, senza scartare nulla.
Parole di Kati Irrente
Giornalista poliedrica scrivo per il web dal 2008. Sono appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d’autore.