Una famosissima trattoria romana ha detto addio ai suoi affezionati clienti. Andare avanti non era più possibile.
In questo periodo storico così delicato, sono tanti i locali che, non riuscendo a far fronte alle spese, decidono di chiudere i battenti. Anche una storica trattoria dei Castelli Romani è andata incontro a questo triste destino, ma la causa è completamente diversa. Si sta parlando de Le Carceri, famosa per i suoi piatti tradizionali e per la sorprendente location.
Purtroppo, di recente, ha perso il suo punto di riferimento. È stata la figlia della cuoca a dare voce a tutto il suo dolore e a fornire una valida spiegazione. Le sue parole non sono passate affatto inosservate.
Non è mai facile accettare la chiusura improvvisa del proprio locale preferito. Molti clienti, purtroppo, sono rimasti orfani di una delle trattorie più apprezzate della periferia di Roma. Le Carceri sapeva come soddisfare il palato dei suoi commensali. Dietro alla preparazione dei piatti tradizionali, c’erano amore, passione e competenze. La famiglia Zaccari si è occupata del posto fin dagli anni Settanta.
La morte di Franca Mattoccia, la cuoca ottantacinquenne della trattoria, ha cambiato tutto. Era una donna gentile e buona con tutti. Sapeva come farsi amare e come lasciare il segno. La sua perdita ha segnato profondamente i famigliari e tutti coloro che le volevano bene. Era pronta anche a offrire un piatto di pasta agli individui in difficoltà: “Non faceva distinzioni, offriva un piatto di pasta a chiunque ne avesse bisogno, anche a chi non poteva permetterselo“.
La figlia della signora ha spiegato i motivi dietro alla chiusura: “Mia madre era la forza del locale, senza di lei non potevamo più andare avanti. Ci abbiamo pensato a lungo, ma la chiusura era inevitabile“. Antonella e il fratello Vincenzo sperano di riuscire a vendere il locale in modo da garantirgli una nuova gestione: “Siamo in trattativa per vendere o per trovare una nuova gestione, non vogliamo che tutto il nostro lavoro e i sacrifici di anni vadano persi“.
Le Carceri riusciva ad attirare clienti grazie alla particolarità della location. Prima di essere una trattoria, infatti, era una prigione. Ha smesso di essere tale solo negli anni Sessanta. Luca Temofonte, nei panni di consigliere delegato al commercio di Genzano, ha espresso il suo immenso dolore per l’evento: “È un profondo dispiacere perdere un pezzo di gastronomia genzanese“.
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