Soffro di glicemia, posso mangiare il miele e se si quanto? Lo avessi saputo prima - buttalapasta.it
Come stanno le cose in fatto di miele, diabete e glicemia alta? Chi soffre di questa malattia può assumerne? Ci sono dei fattori ai quali è necessario prestare la massima attenzione.
La glicemia è un problema serio per la salute, quando finisce fuori scala. Perché quando sopraggiunge il diabete poi da questa patologia non si guarisce. Ed è d’obbligo mantenere sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue, per evitare delle conseguenze gravi. Come è ovvio che sia, molti cibi vanno valutati, ridotti in quella che è la loro assunzione oppure del tutto eliminati da quelle che sono le proprie abitudini alimentari. Per zuccheri si intendono poi sia quelli artificialmente aggiunti nel novero dei processi industriali che quelli naturalmente presenti in certi alimenti.
Sia nell’uno che nell’altro caso occorre andarci piano. Eppure ci sono dei prodotti naturali che sono dotati di vitamine, antiossidanti, sali minerali ed enzimi. Tutte componenti utili che sono indispensabili per il corretto svolgimento di tanti processi fisici che garantiscono la piena salute. Ed è proprio il caso del miele: chi soffre di glicemia alta può mangiarne? E quanto? Perché l’assunzione di zuccheri (nel caso del miele ci sono fruttosio e glucosio, che rappresentano il 75% del totale del miele) comporta una serie di conseguenze negative.
Il consumo di zuccheri stimola, in risposta, la produzione di insulina da parte del pancreas. L’insulina ha come scopo proprio quello di placare la presenza di zuccheri nel sangue. Ed il miele ha un indice glicemico alquanto alto, cosa che non è da considerarsi positiva perché può fare aumentare presto e tanto la glicemia.
Poi, in realtà, esistono diversi tipi di miele ed alcuni hanno un impatto inferiore. Ma ad ogni modo nutrizionisti e medici consigliano di assumere sempre il miele con cautela. Per questo c’è una quantità massima consigliata al giorno, che è di massimo 80-100 grammi di miele per un adulto in salute (massimo 6 cucchiaini).
Chi ha il diabete può mangiare il miele? – buttalapasta.it
Per chi ha il diabete e problematiche di glicemia alta invece tale dose massima cala ad un cucchiaino, e magari sarebbe anche meglio dilazionare il tutto in maniera ulteriore limitando l’assunzione di miele a tre volte alla settimana in queste quantità.
Va comunque detto che l’accostamento del miele ad una fonte di fibre o di proteine (fette biscottate integrali, latte, yogurt magro…) può ridurre quello che è l’impatto glicemico apportato dal miele stesso, con un rilascio più graduale di zucchero all’interno del sangue.
Come sempre, è meglio chiedere ulteriori delucidazioni al proprio nutrizionista di fiducia o ad un altro specialista, per avere le idee chiare su come procedere e su come riuscire ad evitare eventuali e sempre possibili conseguenze per la propria salute e per quella dei propri cari.
Come ridurre l’impatto glicemico del miele? – buttalapasta.it
E c’è anche altro che è stato scoperto sull’impatti glicemico. Esso aumenta quando pensi al tuo partner, come ha confermato uno studio appositamente condotto.
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