Di Michelangelo Loriga | 18 Settembre 2023
Un ingrediente, in particolare, riesce a dare a questo daiquiri della strega un sapore molto apprezzato. Vediamo di cosa si tratta
Anche se l’estate volge al termine, la voglia di uscire per prendere da bere con amici o partner è in voga tutto l’anno. Ovviamente, però, con le belle giornate l’ispirazione per poter compiere quest’attività è molto più forte. A farla da padrone sui banconi dei bar o dei pub ci sono, di solito, dei cocktail molto apprezzati da parte dei clienti. Fra questi, però, ne spicca uno che proprio sembra aver messo d’accordo tutti e la sua preparazione è molto semplice e gustosa.
Parliamo di un cocktail adatto all’aperitivo e di tipo sour, proviene dalle zone caraibiche ed è stato in grado di attirare l’attenzione della maggior parte dei bevitori di alcool nel mondo. Si chiama Daiquiri e si può effettuare in diversi modi e sapori, visto che di volta in volta cambiano gli ingredienti che lo compongono. Una vera leccornia per chiunque ami sorseggiare durante l’orario dell’aperitivo un qualcosa di fresco e ricco di sapori.
Nella sua variante definita della strega, però, sembra ancor più richiesto, visto che gli elementi che la compongono sono di quelli in grado di estasiare il palato di chiunque. Ma c’è un ingrediente, in particolare, che è capace di esaltarne il sapore; vediamo di quale si tratta.
Come si prepara e in che modo
Era il 1914 quando a Cuba è stato inventato il daiquiri e di lì in poi il suo successo si è esteso a livello internazionale. Si tratta di un tipo di cocktail riconosciuto in maniera ufficiale dall’IBA, insieme ad una variante chiamata Hemingway special, ossia quella dedicata al famoso scrittore, il quale apprezzava molto questo prodotto.
Ma la storia del Daiquiri della strega la si può far risalire anche a tempi più remoti, dato che il liquore è dedicato alle streghe di Benevento, come anche alla dea della morte e a un liquore fiorito. Questa narrazione può partire sin dal IV secolo, ossia durante quei giorni declinanti della Tetrarchia romana. L’impero, in quel periodo, stava vivendo momenti di tumulto religiosi, sfociati nell’incoronazione dell’imperatore Costantino e l’allontanamento del culto agli dei greco-romani in tutta l’area dominata.
Fu in quel contesto che le persone non dedite al cristianesimo, spinto politicamente dal suddetto imperatore, iniziarono ad esser viste come streghe e stregoni che abbracciavano l’ideologia pagana. A Benevento, ad esempio, il culto alla dea della morte Iside era molto forte e avvalorato anche da un duca locale longobardo, Romualdo, arrivato dopo la caduta dell’impero. Fino al XVII secolo le streghe di Benevento furono oggetto d’indagine, ma dopo il 1850 divennero folklore e si poteva scherzare su di esse.
Qui entrano in gioco Carmine Vincenzo Alberti e Giuseppe Alberti, i quali divennero un team di mixologi e iniziarono a infondere 70 fra erbe e agenti aromatizzanti. Ciò che ne scaturì era un liquore denominato della Strega. Il daiquiri di cui vi presentiamo la ricetta, quindi, possiede proprio il suddetto liquore al suo interno, inserito in una quantità di 60 grammi circa. In più possiede la classica base del cocktail, ossia il rum bianco. In oltre, vanno aggiunti succo di limone fresco, succo d’arancia e sciroppo di mandorle. Una vera leccornia per il palato.
Parole di Michelangelo Loriga
Michelangelo Loriga, esperto di Storia, politica (italiana e internazionale) e letteratura; appassionato di arte, sport e motori. Laureato in Scienze storiche del territorio e per la cooperazione internazionale all'Università di Roma Tre.