Di Greta Di Raimondo | 9 Ottobre 2023

Almeno una volta bisogna fare tappa in queste trattorie romane incredibili! - buttalapasta.it
Se vi capita di trovarvi a Roma, non potete non andare almeno una volta a mangiare in una di queste storiche trattorie.
Spesso può capitare di confondere i termini “osteria, “trattoria” e “fraschetta”. Tuttavia, quando ci si trova nel Lazio e, in particolare, a Roma non possono essere confuse perché in realtà sono tre diverse tipologie di locali. Il termine osteria è riconducibile alla parole latina “hospite“, dunque l’etimologia della denominazione richiama sicuramente la funzione del luogo, ovvero quello di essere ospitale. Una delle principali differenze tra osteria e trattoria è che nella prima solitamente si beveva soltanto, mentre nella seconda si poteva anche mangiare.

Almeno una volta bisogna fare tappa in queste trattorie romane incredibili! – buttalapasta.it
Il termine trattoria, invece, vede la sua etimologia dalla parola latina “trattare“, ovvero “trattare, preparare“. Come detto precedentemente, questo stava a sottolineare la possibilità di accompagnare il vino anche con del cibo preparato dallo stesso proprietario della trattoria. Ma quali sono i principali piatti che si possono gustare in una trattoria? La proposta culinaria offerta è fedele alla più antica tradizione romana: dal tris di primi Gricia, Amatriciana e Carbonara, alle specialità come la coda alla vaccinara, i carciofi alla giudia e i fiori di zucca in pastella.
Infine, le cosiddette fraschette sono particolarmente diffuse nella zona dei Castelli romani e oggi se ne trovano moltissime, famose anche per il “vino dei Castelli“. Ciò che differenziava una fraschetta dalle osterie o dalle trattorie è che le prime non avevano la cucina, dunque non veniva preparato e servito nulla da mangiare. Tuttavia, erano frequentate da persone, chiamati “fagottari”, i quali portavano con sé il necessario da mangiare e che consumavano direttamente all’interno della fraschetta, mentre bevevano ovviamente del vino.
Le trattorie da visitare se siete a Roma
Ma quali sono le trattorie in cui è necessario andare almeno una volta? Se vi trovate a Roma, dovete per forza andare a mangiare alla trattoria “Cencio La Parolaccia“. Non si tratta di quella più antica, ma sicuramente è quella più popolare e famosa, resa celebre anche da alcuni film di Christian de Sica e Neri Parenti. Tuttavia, se preferite evitare i classici insulti dei camerieri e andare oltre alla cultura romana da pellicola cinematografica, è opportuno ampliare la propria ricerca.

Se vi trovate a Roma, dovete per forza andare a mangiare in queste trattorie (www.buttalapasta.it)
Invece, se volete recarvi e gustare i piatti tradizionali romani in quella che viene considerata la trattoria più antica di Roma, dovete sicuramente andare “La Campana“. Questa trattoria, aperta nel 1518 nel vicolo omonimo, è attiva da oltre 500 anni. Solamente nel 1622, il locale è stato trasformato ed è diventato uno dei punti di riferimento per tutti coloro che abitassero o visitassero la Capitale. Infatti, nonostante la proposta culinaria fosse popolare, all’interno delle trattoria, moltissimi personaggi famosi, influenti e brillanti della storia passata e presente si sono seduti al tavolo de “La Campana“: da Caravaggio a Goethe, da Pablo Picasso a Renato Guttuso, passando per Federico Fellini, Alberto Sordi, Anna Magnani e Pier Paolo Pasolini.
Parole di Greta Di Raimondo
Laureata in Beni Culturali e Discipline dello Spettacolo, la mia formazione si basa prevalentemente sullo studio del settore artistico e culturale, dove risiedono la maggior parte dei miei interessi. Da un anno ricopro il ruolo di articolista, nel tentativo di appassionare i lettori al mondo dell'attualità e della cultura.