Di Veronica Elia | 14 Gennaio 2025
Ecco quale è il metodo migliore per asciugare i piatti: non sono tutti uguali, vediamo che cosa bisogna fare dopo il lavaggio.
Lavare i piatti è una grossa seccatura, su questo siamo tutti d’accordo! Per risparmiare tempo e fatica spesso si ricorre all’utilizzo della lavastoviglie. Tuttavia, così facendo, si rischia di aumentare il conto della bolletta dell’elettricità.
Ad ogni modo, i moderni elettrodomestici sono ormai pensati in un’ottica di efficienza e di risparmio energetico, perciò, se usati correttamente, non hanno un impatto particolarmente elevato sulla spesa finale.
Ciò che però tanti trascurano è l’asciugatura dei piatti. La maggior parte delle persone si limita a lasciarli scolare nell’apposito mobiletto sopra il lavello o all’interno di scolapiatti sul ripiano della cucina. Raramente si asciugano a mano i singoli utensili. Ma qual è il modo migliore di agire? Scopriamolo subito.
Qual è il modo migliore per asciugare i piatti: ecco finalmente svelata la risposta
Dopo aver lavato i piatti la maggior parte delle persone trascura la fase di asciugatura. Quasi sempre, infatti, ci si limita a mettere i vari utensili nello scolapiatti e li si lascia asciugare all’aria. Sono in pochi a voler asciugare a mano il tutto con l’aiuto di un panno o di un pezzo di carta assorbente.
Ad ogni modo, qual è il sistema migliore da utilizzare? Ti stupirà sapere che non è quello che pensi. Prima di andare quindi a svelare qual è la giusta tecnica di asciugatura, vediamo quali sono le principali differenze per ognuna:
- scolapiatti: lasciar asciugare le stoviglie all’aria è una delle soluzioni più gettonate ed è anche la più pratica. Basta riporre tutto nello scolapiatti e lasciare che l’aria faccia il resto. In questo modo, si riduce il rischio di contaminazione da germi e batteri. Di contro, però, questo sistema occupa parecchio spazio. Nelle cucine più piccole spesso non si ha la possibilità di adibire un mobiletto o una parte del piano da lavoro a questo scopo;
- panno: è un’altra alternativa abbastanza comune che richiede, però, un po’ di tempo a disposizione. Bisogna, inoltre, stare attenti al panno che si usa perché non sono tutti uguali. L’ideale è usare quelli in microfibra perché non rilasciano pelucchi e sono delicati, quindi non provocano graffi. L’importante, però, è che il panno sia perfettamente pulito, altrimenti si corrono dei seri rischi per la salute;
- carta assorbente: per quanto possa sembrare un’opzione pratica, si tratta di un grande dispendio di risorse, dal momento che ogni foglio è monouso, quindi si causa una valanga di rifiuti. In più, si possono lasciare residui sulle stoviglie o generare graffi;
- lavastoviglie hi-tech: i moderni modelli di lavastoviglie presentano dei programmi appositi per l’asciugatura. Sicuramente si tratta di una soluzione che fa risparmiare tempo e fatica, tuttavia non bisogna trascurare i consumi e, quindi, i costi in bolletta e bisogna anche ammettere che non sempre si ottiene un’asciugatura impeccabile.
Qual è il sistema migliore
Dopo aver passato in rassegna tutte le principali tecniche di asciugatura, possiamo concludere dicendo che in generale il miglior sistema per asciugare i piatti è all’aria. Sicuramente è la soluzione migliore sia in termini di consumi che di igiene. Tuttavia, necessita di un po’ di tempo e spazio.
In alternativa, è possibile ricorrere all’uso del panno in microfibra, purché sia perfettamente pulito. Anche il programma di asciugatura della lavastoviglie può essere una valida opzione, però bisogna fare attenzione al giusto ciclo da impostare per evitare sprechi di energia e spiacevoli sorprese.
Inoltre, bisogna anche considerare il tipo di stoviglie da asciugare, dal momento che non sempre si ottiene un risultato perfetto. Assolutamente da evitare è invece l’uso di carta assorbente, che rappresenta un vero e proprio spreco per l’Ambiente.
Parole di Veronica Elia
Sono Veronica e sono una giornalista pubblicista iscritta all'ordine dei Giornalisti della Lombardia, laureata in Editoria presso l'Università degli Studi di Milano. Nel 2015 comincio il mio percorso giornalistico ed inizio a collaborare con diverse realtà editoriali in Italia e in Svizzera. Il mio motto? "Fai il lavoro che ami e non lavorerai neanche un giorno della tua vita".