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Fatti di Cucina

Perché si mangia il sanguinaccio a Carnevale? E quando è illegale?

Quando è nato il sanguinaccio e perché da tempo è vietato mangiarlo in una sua specifica versione? Tutto quello che non sapevi su un dolce emblematico delle feste in maschera.

Il sanguinaccio è un dolce tradizionale italiano, tipico di alcune regioni, in particolare della Campania e della Calabria. La sua storia è strettamente legata alle tradizioni culinarie di alcune comunità, rappresentando un simbolo di convivialità e di festa, soprattutto durante il periodo di Carnevale. Il termine “sanguinaccio” deriva dal latino “sanguis” che significa “sangue”, in riferimento all’uso di ingredienti come il sangue di maiale, che un tempo era parte della preparazione di questo dolce.

Originariamente, il sanguinaccio era preparato con il sangue cotto del maiale. Il sangue dei suini veniva mescolato con cioccolato fondente, zucchero e spezie per potere creare un composto denso e morbido. Questa preparazione, pur essendo oggi meno comune e in molti casi sostituita da varianti più moderne, rappresentava un esempio di come nelle tradizioni culinarie si cercasse di utilizzare ogni parte dell’animale, evitando sprechi e valorizzando il cibo. I contadini, infatti, si riunivano per la macellazione del maiale, un evento che rappresentava non solo un momento fondamentale per la propria alimentazione, ma anche un’occasione di incontro e festa. Il sanguinaccio veniva servito come dolce, spesso spalmato su pane casereccio.

Da quando è illegale il sanguinaccio?

Il retaggio del sanguinaccio è antico. Qualcosa di simile esisteva già in epoca romana, all’incirca duemila anni fa. Con il passare degli anni e con la evoluzione delle abitudini alimentari, il sanguinaccio ha subito diverse trasformazioni. Specialmente per garantire una maggiore tutela della salute. Anche se la versione originale con sangue è ancora presente in alcune varianti regionali, oggi il sanguinaccio è prevalentemente realizzato con cioccolato, latte, zucchero e aromi, ottenendo un sapore ricco e avvolgente, molto apprezzato dai golosi. E senza alcuna traccia di sangue suino.

Tale modernizzazione ha permesso di preservare la tradizione e di rendere questo dolce di Carnevale accessibile ad un pubblico più ampio, mantenendo viva la memoria delle usanze antiche. Il legame del sanguinaccio con il Carnevale è molto significativo. Durante il Carnevale, infatti, i festeggiamenti abbondano e la tradizione vuole che si consumino cibi ricchi e golosi, simbolo di abbondanza e di gioia. Il sanguinaccio, con la sua dolcezza e consistenza cremosa, si presta perfettamente a questo spirito di festa. È spesso accompagnato da chiacchiere, rosoni od altri dolci tipici di questo periodo da pucciarvi all’interno.

Da quando è illegale il sanguinaccio? – buttalapasta.it

Dal 1992 però la legge italiana vieta la vendita di sangue di maiale su tutto il suolo nazionale. Il motivo è di natura prettamente sanitaria, visto che mangiare sangue di maiale è una pratica tutt’altro che sicura. Lo stesso sangue di maiale può essere vettore di malattie trasmissibili.

Il sanguinaccio è un simbolo di Carnevale

Oltre al suo significato culinario, il sanguinaccio ha anche un valore simbolico. Esso rappresenta un legame con le tradizioni popolari e con la coltivazione delle usanze locali, una connessione fra passato e presente che si rinnova ogni anno. L’alternanza di ingredienti e ricette racconta le storie delle persone che l’hanno preparato e consumato, rendendo ogni morso un piccolo viaggio nel tempo.

Il sanguinaccio è un simbolo di Carnevale – buttalapasta.it

E si può dire a giusta ragione che il sanguinaccio è molto più di un semplice dolce. Parliamo infatti di un simbolo della cultura culinaria italiana, che si fa emblema di un legame con le tradizioni contadine e di una celebrazione della convivialità durante il Carnevale. Attraverso la sua storia e le sue varianti, il sanguinaccio continua a portare con sé un senso di appartenenza e di gioia, rendendo il Carnevale un momento ancora più speciale per tanti italiani. E ce ne sono tanti altri di dolci di Carnevale ai quali sarà difficile resistere.

Salvatore Lavino

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