A quanto pare non si può stare affatto tranquilli quando si tratta di cibo: pesce, frutta e verdura mettono a rischio la nostra salute.
C’è una grande preoccupazione nel settore dell’alimentazione che, a dire il vero, è diventato oggetto di importanti discussioni soprattutto negli ultimi anni. Secondo le notizie più recenti, tuttavia, è stato annunciato un taglio significativo dei pesticidi chimici entro l’anno del 2030. Una simile notizia ha scatenato l’allarme e molte domande sull’alimentazione di cui ci cibiamo fino a questo momento. Siamo davvero sicuri di quello che mangiamo?
In particolare, una simile domanda riguarda la frutta, la verdura ed il pesce, tutti alimenti che dovrebbe aiutare la nostra salute, prevenire malattie e tanto altro ancora e che, invece, potrebbero mettere a rischio la nostra vita. Insomma, una tematica del genere mette in discussione anche la salute pubblica e solleva delle questioni davvero molto delicate che riguardano il modo con cui questi alimenti vengono lavorati.
In pratica il dipartimento per le politiche europee ha imposto la riduzione del 50% per l’uso di pesticidi chimici entro sette anni a partire dal 2023, mentre la percentuale arriva al 65% per i pesticidi più pericolosi. In questo modo si cerca di evitare o almeno diminuire i rischi per la nostra salute partendo proprio dall’alimentazione. Da questa impostazione sembra essere esclusa l’agricoltura biologica.
A quanto pare, possiamo dire che fino a questo momento sembra proprio che il nostro corpo abbia assorbito delle quantità abbastanza importanti di prodotti chimici. Perché abbastanza importanti? Beh, perché stiamo parlando di dosi superiori a quelle considerate sicure. Una simile decisione di ridurre l’uso dei pesticidi arriva dopo anni ed anni di maggiore consapevolezza sui rischi della salute che gli stessi comportano. Inoltre, bisogna agire sin da subito per evitare di peggiorare la situazione.
Tuttavia, c’è da sottolineare che anche il settore biologico nasconde qualcosa. Sebbene ci si possa fidare maggiormente dello stesso, delle indagini condotte dai NAS hanno rivelato una percentuale abbastanza alta di additivi nocivi utilizzati nella coltivazione biologica. Inoltre, c’è da aggiungere che i controlli sono fatti a campione, sono sporadici e i risultati non fanno stare tranquilli.
Infine, una nota a parte merita il pangasio, un pesce che viene venduto a pochi euro e che è pescato in acque molto contaminate, come quelle del Nilo e del Vietnam, giusto per citare quelle più importanti. Infine, il rapporto sulla sicurezza alimentare dello scorso anno condotto dal Ministero della Salute ha rilevato che su questo prodotto viene effettuato il controllo a campione in un anno.
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