I fattori che stanno contribuendo all’aumento dei prezzi dell’olio d’oliva, gli effetti su agricoltori e consumatori, e quali le previsioni.
L’olio extravergine d’oliva, uno dei simboli del made in Italy, sta attualmente attraversando un periodo di aumento dei prezzi, principalmente a causa di fattori climatici avversi che hanno colpito gli uliveti italiani e delle dinamiche del mercato globale.
Questo aumento è stato scatenato dalla riduzione della produzione e delle scorte di olio extravergine d’oliva, causata dalla siccità e dalle elevate temperature degli ultimi anni, le quali hanno danneggiato la fioritura e l’allegagione degli olivi. Inoltre, la diffusione della xylella, un patogeno devastante per milioni di piante di ulivo, ha aggravato ulteriormente la situazione.
Secondo i dati forniti da Coldiretti, la produzione di olio d’oliva in Italia è diminuita del 37% nel 2023 rispetto all’anno precedente, con prospettive poco incoraggianti anche per il 2024. Questa significativa riduzione ha colpito principalmente le regioni meridionali come la Puglia, la Calabria e la Sicilia, che hanno registrato diminuzioni fino al 52% nella raccolta di olive.
Le avverse condizioni climatiche, caratterizzate da gelate primaverili e siccità prolungate, hanno compromesso gravemente la produzione. In aggiunta, il fenomeno della xylella ha ulteriormente contribuito al declino della produzione di olio d’oliva. La combinazione di questi fattori ha reso l’attuale situazione agricola particolarmente critica in queste regioni.
Questa crisi produttiva ha inevitabilmente portato a un aumento dei costi per le aziende agricole, con un incremento medio del 50%. Ciò ha reso estremamente difficile la sopravvivenza di molte di esse, con il rischio concreto di chiusura. L’aumento dei costi diretti e indiretti, come quelli legati all’energia, ai materiali e al gasolio, ha ulteriormente aggravato la situazione.
Di conseguenza, i prezzi al dettaglio hanno subito un aumento significativo, mettendo a rischio una tradizione culinaria e alimentare radicata nella cultura italiana. Questo impatto si ripercuote non solo sugli agricoltori e i produttori di olio extravergine d’oliva, ma anche sui consumatori, i quali devono affrontare un carrello della spesa sempre più oneroso.
Secondo le previsioni attuali, questa tendenza al rialzo dei prezzi dell’olio extravergine d’oliva dovrebbe persistere almeno fino alla fine del 2024, con la possibilità di una stabilizzazione solo in caso di miglioramento delle condizioni della campagna olivicolo-olearia nel periodo 2024-2025.
La crisi attuale dell’olio d’oliva rappresenta una sfida significativa per l’agricoltura italiana e l’economia nel suo complesso. È pertanto fondamentale adottare misure concrete per proteggere e sostenere questo settore, garantendo la continuità di una tradizione secolare e la salvaguardia di un prodotto di eccellenza apprezzato in tutto il mondo.
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