Brutte notizie per le famiglie italiane: ci saranno di nuovo aumenti sui generi alimentari, fino a 466 euro in più per famiglie con due figli.
L’ultima rilevazione dell’Istat ha evidenziato un aumento dell’inflazione, con una crescita mensile dello 0,3% e una variazione tendenziale che accelera all’0,8% rispetto al periodo precedente. Questo incremento preoccupante è principalmente attribuibile all’aumento dei prezzi dei generi alimentari, mettendo a dura prova le finanze delle famiglie italiane.
A gennaio, l’inflazione ha invertito il suo trend, registrando un aumento dallo 0,6% al 0,8%. Questa moderata accelerazione è guidata principalmente dall’aumento dei prezzi dei beni energetici regolamentati e dei beni alimentari non lavorati. In particolare, i generi alimentari hanno visto un aumento significativo del 5,6% su base annua e dello 0,9% nel corso di un solo mese.
La preoccupazione dei consumatori è palpabile, poiché questo aumento dei costi si aggiunge a due anni di inflazione pesante, riducendo ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Settori come i servizi ricettivi e di ristorazione registrano aumenti annui del 4,1%, mentre il “carrello della spesa” cresce del 5,1%. Tale scenario è ulteriormente aggravato dai crescenti costi dei carburanti, che rischiano di determinare una serie di aumenti dei prezzi dei prodotti trasportati, inclusi gli alimentari.
L’aumento dei prezzi degli alimentari è particolarmente allarmante, con un incremento dell’0,8% in un solo mese. Questo significa che le famiglie italiane si trovano a dover affrontare costi significativamente più elevati per mettere il cibo sulla tavola. Secondo le stime, una famiglia media con due figli potrebbe spendere fino a 466 euro in più all’anno solo per l’acquisto di generi alimentari.
Gli esperti del settore sottolineano la necessità di interventi mirati per affrontare questa situazione. Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, ha sottolineato l’importanza di coinvolgere l’intera catena produttiva, dalle aziende agricole ai distributori, per trovare soluzioni collaborative. È necessario che il governo continui a implementare misure di sostegno e agevolazioni per alleviare il peso finanziario sulle famiglie e promuovere accordi di filiera che assicurino prezzi equi e accessibili per tutti.
L’analisi dei dati dell’Istat mostra una flessione meno marcata dei prezzi dei beni, passando da -1,5% a -0,7%, mentre i servizi mantengono una crescita positiva, seppur rallentata, passando da +3,4% a +2,9%. Questa diminuzione del differenziale inflazionistico tra beni e servizi indica una pressione crescente sui consumatori, soprattutto considerando l’aumento dei costi dei beni di prima necessità come gli alimentari.
Insomma, le famiglie sono preoccupate per il futuro, soprattutto quelle con figli. Ecco perché le autorità devono agire per sostenere le famiglie e fare in modo che i prezzi dei beni primari siano accessibili a tutti.
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