In vista della bella stagione e delle vacanze, arriva l’ennesima decisione del Governo che farà schizzare i prezzi e la spesa al supermercato diventa proibitiva.
Nonostante al telegiornale si senta dire che l’inflazione è scesa e la situazione è tornata quasi alla normalità, gli italiani fanno ancora i conti coi prezzi sempre altissimi di ogni genere di prodotto, alimentare e non.
I rincari continuano a pesare ampiamente nelle tasche dei cittadini, e la brutta notizia è che questo trend non si fermerà, anzi, le cose potrebbe peggiorare ancora di più.
Questo perché oltre alle decisioni politiche del Governo si innescano meccanismi speculativi che non vengono mai di fatto contrastati. Alla fine, a pagare sono sempre i cittadini italiani, che però adesso sono allo stremo.
La notizia era nell’aria da qualche tempo, anzi, forse da troppo, ma adesso Meloni ha deciso: è arrivato il momento di introdurre la sugar tax. Per chi non lo sapesse, questa è proprio ciò che sembra, ovvero una tassa applicata alle bevande che contengono zucchero, naturale o artificiale, ed entrerà in vigore dal 1° luglio 2024.
L’imposta era già stata proposta e introdotta nella finanziaria del 2020, ma finora non era mai stata applicata; invece adesso dobbiamo per forza rimanere in linea con le direttive UE, ed è per questo che il Governo ha deciso di avviare definitivamente questa misura. Ma in sostanza, che cos’è la sugar tax e cosa comporterà per le tasche dei cittadini? La risposta è purtroppo molto semplice: la tassa grava sui produttori che di conseguenza alzano il prezzo e a farne le spese è il consumatore finale.
Inoltre la sugar tax è un’azione economica che trova senso solamente nell’ideologia. Infatti lo scopo è quello di disincentivare l’acquisto di bibite gassate & co. innescando appunto l’aumento di prezzo indiretto. Ma le aziende sono già sul piede di guerra, proprio perché sanno che gli italiani, già in ampia sofferenza economica, potrebbero snobbare completamente alcuni prodotti, come appunto le bibite, i succhi di frutta eccetera.
A guadagnarci, ovviamente, lo Stato: le previsioni parano di introiti fino a 600 mila euro, che potrebbero derivare sia dalla sugar tax che dalla plastic tax, da quando quest’ultima entrerà in vigore, ovvero nel 2026.
La tassa, va ricordato, graverà del 14% su ogni litro di bevanda, e secondo Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBE, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, a rimetterci saranno soprattutto le piccole aziende, che nel comparto italiano sono almeno il 64% del totale.
L’ennesima decisione politica, dunque, che non accontenta nessuno: non è certo aumentando il prezzo di un prodotto che si diffonde una cultura dell’attenzione alla salute; le aziende subiranno ulteriori cali di vendita e a guadagnarci saranno le casse dello Stato e le grandi aziende multinazionali.
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