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Fatti di Cucina

Non puoi permetterti di mangiare al ristorante? Sei un fallito, le parole dello chef scatenano la polemica

Sul web impazza la polemica dopo che un famosissimo chef ha insultato le persone che non possono permettersi di pranzare al ristorante. Vediamo cosa è successo.

C’è chi il pranzo lo salta perché preferisce continuare a lavorare, chi si limita ad un panino e chi, al contrario, ne ha fatto una vera e propria filosofia di vita e non si alza da tavola prima di essere arrivato al dessert: ognuno, insomma, fa come preferisce o come le sue finanze gli consentono.

Non è di questo avviso, però, un rinomato chef il quale ha dichiarato che non è ammissibile andare in un ristorante e ordinare solo una zuppa e un bicchiere di acqua o, addirittura, non potersi neppure permettere di pranzare al ristorante. L’esperto di cucina – molto conosciuto, tra l’altro- non ha risparmiato offese.

Si è autoproclamato un socialista che, però, non vive al di fuori del Capitalismo e che, quindi, non si sente in dovere di mettere in pratica il Comunismo: molte idee e molto confuse, una sorta di “minestrone” politico che non dovrebbe c’entrare nulla con la cucina ma, a quanto pare, il rinomato cuoco ha fatto entrare il dibattito anche tra i fornelli.

Il web ha preso male queste parole molto dure e pesanti anche perché, al giorno d’oggi, con stipendi che non crescono e costo della vita in continuo aumento, ben pochi possono permettersi un pranzo completo al ristorante. Lo chef in questione, però, non transige e non ammette repliche e, anzi, ha rincarato la dose.

Lo chef si scaglia contro i clienti: se non possono pranzare fuori sono dei falliti

Un famosissimo chef non le ha mandate a dire e ha accusato coloro che, per un motivo o per un altro, non possono permettersi di pranzare fuori o possono, al massimo, ordinare solo una zuppa. A suo dire queste persone sono delle fallite. Ma chi ha pranzato nel suo ristorante non è rimasto molto soddisfatto.

Lo chef si scaglia contro i clienti: se non possono pranzare fuori sono dei falliti/Buttalapasta.it

Diciotto posti a sedere, accettati pagamenti solo in contanti e un ritratto di Lenin in bella mostra. Un ristorante siffatto non invoglia chiunque ad entrare. E, infatti, lo chef lamenta di avere pochi clienti, troppo pochi per riuscire ad andare avanti. Ma mettersi in discussione non è un optional in quanto, a suo avviso, la colpa è dei clienti che non possono permettersi di pranzare fuori. Già perché il famoso ristoratore ha deciso di tenere aperto solo per pranzo e solo da lunedì a venerdì.

Se pensavate che Carlo Cracco fosse un tipo burbero è solo perché non conoscevate chef Hugh Corcoran del ristorante Yellow Bittern, locale molto noto a Londra. Il ristorante è diventato famoso anche grazie alla politica adottata dallo chef: niente social, niente bancomat e menù che cambia ogni giorno e che strizza l’occhio all’Irlanda.

Chef Corcoran, però, in quanto a gentilezza e simpatia non è esattamente un campione e mette nei piatti un ingrediente che proprio stona: la politica. Le sue parole ai microfoni di Bon Appetìt sono state chiarissime: “Essere comunisti non significa esulare dalla società capitalista… pur essendo convinto che organizzare una società in modo socialista sarebbe meglio, non sento l’obbligo di praticare il comunismo”. Ma tutto questo cosa c’entra con la cucina? C’entra eccome in quanto, secondo il cuoco, solo chi ha fatto le lotte comuniste e si è iscritto ai sindacati oggi ha un posto fisso e può permettersi di pranzare nei ristoranti.

Insomma è tutta una questione di classe sociale anche al ristorante. “La vita economica di questa aspirante classe media – una classe professionale che fa lavori creativi e non è sindacalizzata – è peggiorata negli ultimi 10 anni, a differenza di una classe operaia che invece è sindacalizzata…E quando dici loro che non spendono abbastanza, si offendono: prenotare in un ristorante per mangiare una zuppa e bere un bicchiere d’acqua è ridicolo”.

Hugh Corcoran cambia menù ogni giorno ma tiene aperto solo a pranzo/ Buttalapasta.it

Dunque non solo occorre andare nel suo ristorante per pranzo ma bisogna anche ordinare un numero adeguato di piatti e del vino, altrimenti i ristoratori non possono tirare avanti. Ci sarebbe da chiedersi come faccia la concorrenza a  sopravvivere…Forse avranno deciso di tenere aperti anche a cena e accettare pagamenti anche con bancomat e carte…ma è solo un’ipotesi.

Ipotesi che, però, lo chef non considera e, infatti, ha deciso di concludere l’intervista ritornando sulla questione politica e di classe sottolineando che nel suo ristornate vanno più operai che impiegati o liberi professionisti e ha precisato: “Le persone che hanno badato solo a se stesse e non possono ancora permettersi di pranzare, si fo…ano”.

Samanta Airoldi

Sono Samanta, sono nata a Genova ma vivo a Milano da molti anni. Ho conseguito Laurea specialistica e Dottorato in Filosofia Politica e svolgo il lavoro di redattrice dal 2015. Ho pubblicato alcuni libri di Filosofia Politica in chiave "pop" e, nel corso di questi anni, ho lavorato per diversi blog. Mi sono sempre occupata, principalmente, di Politica ed Economia ma, talvolta, anche di lifestyle, benessere e alimentazione vegana essendo io stessa vegana. Le mie passioni principali sono proprio la Politica e l'Economia ma mi interessa anche il settore del benessere.

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