Di Samanta Airoldi | 21 Novembre 2024
Ogni grande chef ha il suo “piatto del cuore”. Scopriamo il piatto che ha fatto innamorare della cucina il mitico chef romano Alessandro Borghese.
La cucina non è mai solo cibo, ricette e sapori. La cucina è anche famiglia, emozioni, ricordi d’infanzia. Quando amiamo perdutamente un piatto è perché quel piatto non solo appaga il nostro palato ma appaga anche la nostra parte emotiva perché, magari quel piatto ce lo preparava nostra nonna quando andavamo a trovarla la domenica o nostro padre quando era a casa dal lavoro.
E questo meccanismo che fonde sapori e antichi saperi con emozioni profonde non riguarda solo noi comuni appassionati di cucina ma anche i grandi chef che sull’arte del buon cibo hanno costruito la loro carriera. Tra questi primeggia uno chef tanto talentuoso quanto simpatico, lo chef più “rockettaro” che ci sia: il romanissimo Alessandro Borghese.
Borghese – figlio dell’attrice Barbara Bouchet e dell’imprenditore partenopeo Luigi Borghese – è uno degli chef televisivi più amati dal pubblico per la sua veracità e per le sue battute sempre divertenti ma mai sopra le righe. Lo chef ha confessato di essersi innamorato della cucina grazie ad un piatto che gli preparava sempre suo padre quando era bambino. Non indovinerete mai di quale piatto si tratta…
Alessandro Borghese: ecco il piatto che lo ha fatto innamorare della cucina
Oggi lo vediamo spadellare davanti alle telecamere con grande scioltezza e il suo immancabile sorriso e preparare pietanze complesse, sofisticate, che mescolano tanti sapori. Ma Alessandro Borghese si è innamorato della buona cucina e ha deciso di dedicare la sua vita ad essa grazie ad un piatto casalingo e genuino, un piatto che gli preparava sempre suo padre quando era ancora un bambino.
Alessandro Borghese ha viaggiato il mondo, conosciuto tante culture diverse, assaggiato migliaia di piatti dai sapori ricercati e anche esotici. Ma il piatto che lo ha fatto innamorare della cucina è stato uno solo ed è un piatto tutto italiano, che appartiene da sempre alla nostra tradizione: il ragù.
Lo chef, infatti, ha raccontato un aneddoto della sua infanzia: “Avevo cinque anni quando, ogni domenica mattina, mi svegliavo col profumo del ragù in casa. Mi alzavo molto presto e andavo in cucina per osservare le mani di mio padre muoversi in assoluta sicurezza tra fornelli, piatti e coltelli. Quei momenti hanno il sapore indimenticabile del ragù che inonda la fetta di pane per la colazione domenicale”
Un ricordo che riaffiora vivo più che mai nella mente dello chef televisivo il quale, spiega, che è stato proprio grazie al ragù preparato da suo padre che nacque in lui il desiderio di dedicare la sua vita alla cucina: “Sono atmosfere segnate dal calore e da un’emozione indimenticabile. Il sorriso di mio padre nel descrivermi una ricetta, i suoi consigli come un regalo speciale, hanno sviluppato oggi il mio essere chef e il desiderio di rifare quel piatto con la stessa emozione della prima volta”.
Parole di Samanta Airoldi
Sono Samanta, sono nata a Genova ma vivo a Milano da molti anni. Ho conseguito Laurea specialistica e Dottorato in Filosofia Politica e svolgo il lavoro di redattrice dal 2015. Ho pubblicato alcuni libri di Filosofia Politica in chiave "pop" e, nel corso di questi anni, ho lavorato per diversi blog. Mi sono sempre occupata, principalmente, di Politica ed Economia ma, talvolta, anche di lifestyle, benessere e alimentazione vegana essendo io stessa vegana. Le mie passioni principali sono proprio la Politica e l'Economia ma mi interessa anche il settore del benessere.