Conservare il pesce è un’operazione delicata, ma non se fatta correttamente: in questo modo rimane fresco sia se crudo che cotto.
Il Natale ha lasciato anche quest’anno i suoi postumi: stomaco pieno, qualche chilo di troppo e, immancabilmente, qualche cibo avanzato. E come sappiamo, in occasione delle feste natalizie si tende sempre ad esagerare con le quantità.
Tuttavia, quando si tratta di carne, la conservazione più o meno è nota a tutti, ma il pesce sembra essere ancora un tabù per molti. Ovviamente, il congelamento è il metodo migliore, anche se non sempre può essere fatto sempre – basti pensare i frutti di mare. Senza dimenticare che molte volte, il pesce avanzato spesso viene consumato il giorno dopo e sarebbe un peccato congelarlo per così poche ore.
Nonostante questo, il pesce richiede un’attenzione particolare e ogni sistema varia in base alla qualità e alla ricetta con cui è stato eventualmente cotto. Per questo motivo, a fronte di tutti gli avanzi di questi giorni, è bene fare una lista dei metodi di conservazione più sicuri.
Come sottolineato in apertura, quando si tratta di pesce e frutti di mare, la freschezza è fondamentale. Per evitare che si deteriorino troppo velocemente e per mantenerne il sapore e la consistenza, è essenziale sapere come conservarli correttamente. Facciamo una breve lista delle tipologie più comuni, partendo dalle pietanze già cotte.
Pesce cotto umido: se hai cucinato del pesce al vapore o in umido, la cosa migliore è riporlo in un contenitore e coprirlo con carta stagnola bucherellata. Questo semplice accorgimento permette all’umidità di regolarizzarsi naturalmente senza formare condensa. Il risultato? Un pesce che rimane fresco e non rischia di seccarsi o deteriorarsi a causa di un’eccessiva umidità.
Pesce cotto asciutto (ad esempio alla griglia o al forno): quando il pesce è cucinato in modo più asciutto, come nel caso della griglia o del forno, è meglio conservarlo in un contenitore ermetico. In questo modo, non solo ne preservi la consistenza, ma lo proteggerai anche da eventuali odori sgradevoli del frigorifero e impedirai che si secchi ulteriormente.
L’attenzione maggiore però, va al pesce fresco, compresi i frutti di mare. Vediamo come conservarlo in frigo per un massimo di due giorni.
Anche in questo caso è bene fare una distinzione, partendo dai frutti di mare e finendo dal pesce fresco.
Frutti di mare vivi (come cozze e vongole): questi richiedono una conservazione particolarmente attenta. Se desideri mantenerli freschi, disponili in un contenitore basso e largo, posizionandolo nella parte più fredda del frigorifero, quella vicina al cassetto della verdura o nella zona bassa del frigo. Copri il tutto con un canovaccio pulito e umido, ma attenzione, non lasciarli immersi in liquidi: il canovaccio umido aiuta a mantenere la giusta umidità senza soffocarli. In molti li immergono nell’acqua, ma si rivela alquanto rischioso nonostante ci sia il sale.
Questo metodo, infatti, simula al meglio le condizioni naturali di freschezza e aiuta i frutti di mare a rimanere idratati senza compromettere la loro vitalità. Tuttavia, è importante ricordare che, nonostante queste accortezze, frutti di mare crudi dovrebbero essere consumati entro 24-48 ore, per evitare rischi di contaminazione.
Pesce fresco: qualunque sia il pesce in questione, l’ideale sarebbe quello di conservarlo in un contenitore ermetico. Tuttavia, se si tratta di una tipologia con le interiora, è bene pulirlo accuratamente con l’acqua e asciugarlo con altrettanta attenzione prima di riporlo in frigo.
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