Investigatori in incognito spediti dal Consorzio contro la vendita illegale di mozzarella di bufala contraffatta, sui social.
Non è il primo caso di contraffazione e vendita illegale di prodotti italiani sul mercato nero. Questa volta è toccato alla mozzarella di bufala DOP campana, contraffatta e commercializzata su Facebook come autentica. Il consorzio ha stimato circa seicento mila euro di danni al mercato italiano.
La lotta alla contraffazione continua da sempre ed è qualcosa che sta diventando sempre più incontrollabile. Proprio dal consorzio arrivano i controlli serrati che periodicamente rilevano commerci illegali di prodotti alimentari fake, venduti come autentici e pericolosi per la salute.
La mozzarella di bufala campana è uno dei formaggi italiani più famosi e apprezzati al mondo. Tuttavia, il suo commercio illegale rappresenta un grave problema per l’industria alimentare italiana. Secondo il Presidente del Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana Dop, Domenico Raimondo, i danni economici causati dalla contraffazione sono sottostimati approssimativamente a 600 milioni di euro. Il Consorzio di Tutela ha istituito una task force per contrastare gli abusi e ha creato un corpo di ispettori specializzati che controllano continuamente l’Europa per segnalare eventuali frodi.
Il più grande problema di contraffazione avviene in paesi come gli Stati Uniti e la Cina, dove il territorio è esteso, e i regolamenti diversi rendono difficile il contrasto dalla contraffazione. Il Consorzio è in contatto con gli Stati Uniti per far riconoscere le Dop italiane e portare a casa un risultato per far pagare a chi delinque il giusto prezzo, evitando ulteriori danni all’industria italiana che conta circa 11 mila addetti.
Il Presidente Raimondo ha fatto presente che il Consorzio fa esattamente 15mila controlli l’anno solo in Italia per verificare la qualità del prodotto. Tuttavia, la vendita online rappresenta ancora uno dei problemi più grandi. Gli ispettori hanno sventato le truffe, ma non sempre sono riconoscibili ad occhio nudo.
Il presidente Raimondo ha anche affermato che la migliore difesa per il consumatore è quella di leggere l’etichetta del prodotto. Nella confezione cartacea, deve sempre essere presente la dicitura “Mozzarella di Bufala Campana Dop”. Il logo del consorzio di tutela con la testa della bufala, quello della Denominazione di origine protetta. Oltre agli estremi di legge nazionali e regionali, e il bollino sanitario che identifica il caseificio. Sulla confezione non si può apporre un microchip come fa il Parmigiano Reggiano. Ma grazie ai controlli incrociati è possibile seguire i quantitativi di latte dalla bufala che viene munta la mattina fino alla mozzarella che arriva sul tavolo.
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