Una ricetta che ci porta fuori dai nostri confini ma che riesce comunque a ricordare il sapore di casa, il sapore inconfondibile dell’infanzia
Avete mai sentito parlare dell’effetto Madeleine? È un termine molto usato in letteratura che in poche parole viene utilizzato quando un oggetto, all’apparenza insignificante, riesce ad innescare un flusso di ricordi importanti e profondi. Non deve essere qualcosa di importante, è proprio la semplicità dell’innesco che va a caratterizzare l’effetto Madeleine.
Un collegamento assurdo con una profondità interiore che difficilmente ci aspetteremmo. Lo possiamo ritrovare in Ratatouille, quando il noto critico culinario Anton Ego assaggia la semplice Ratatouille di Remì e ricordandosi della cucina della madre rimane senza parole a contemplare la profondità del ricordo, per poi assaporare a pieno ciò che era riuscito a riportarglielo alla mente.
Il termine arriva dal libro “Alla ricerca del tempo perduto”, dalla parte in cui il protagonista, osservando questi specifici dolcetti, viene assorbito da un flusso di ricordi. Noi oggi siamo qui per insegnarvi in maniera semplice a replicare questa prelibatezza francese. Prendete da parte 175 grammi di farina 00 e setacciatela all’interno di una terrina. Aggiungete 8 grammi di lievito in povere per dolci, anche questo setacciato all’interno della farina per evitare che si creino grumi.
Aggiungete 150 grammi di zucchero bianco semolato. 1 singolo cucchiaino di aroma alla mandorla amara, fidatevi, sarà ai dolcetti quel caratteristico sapore. Grattugiate la scorza di un limone ben lavato, meglio se biologico. Aggiungete adesso 175 grammi di burro fuso, preferibilmente a bagnomaria e non in microonde. Ed in fine aggiungete, uno alla volta, tre uova intere. Mescolate ad ogni aggiunta così da lasciare assorbire per le uova su tutto l’impasto.
Aggiungete sale quanto basta, andate a gusto personale. L’unico passo da fare ora è quello di andare a riempire gli stampini con l’impasto. La cosa migliore sarebbe riuscire a trovare i classici stampini a forma di conchiglia, così da dare anche la forma caratteristica oltre che al sapore. Del resto, potrebbero anche avere una forma diversa, ma parte della loro bontà sta anche nelle pieghe leggermente più croccanti, colorate dalla presenza di zucchero e burro. Se dovessero avere una forma diversa sarebbero sicuramente deliziose, ma mancherebbe quel tocco particolare, quel pezzetto di anima, insomma, l’essenza stessa delle madeleine. In forno 13 minuti a 300 gradi e poi mangiate.
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