Forti polemiche per la carbonara dello chef e food influencer Max Mariola, ma è lui stesso a giustificarsi: il costo non è solo ‘per un piatto di pasta’.
Benedetta Rossi e Parodi, The pasta Queen e poi ancora Cucinabotanica e CucinaconRuben: questi sono solo alcuni dei nomi più famosi legati all’era social per eccellenza della buona cucina. Ognuno con un format predefinito, con uno stile diverso, frizzante, più classico come può averlo una Sonia Peronaci o innovativo, vedi Ruben Bondì diventato famoso per cucinare i suoi piatti proprio sul balcone di casa. Tra questi è però impossibile dimenticarsi di Max Mariola.
Accento romano duro, muscoloso e dolce allo stesso tempo, un sorriso che cattura e due occhi chiari che quando guarda la camera farebbero sciogliere qualsiasi panetto di burro. Sin dagli esordi in televisione, in un lontano ormai 1999, sembrava aver capito quale fosse la sua strada, nonostante un lavoro totalmente diverso rispetto a quello di oggi, ovvero stare in cucina dietro ai fornelli. E di bontà ne ha fatte parecchie!
Eppure, è di non molto tempo fa una critica piuttosto aspra che ha ricevuto lui stesso su un piatto del menù del suo nuovo ristorante milanese MaxMariola Restaurant. Ci riferiamo alla carbonara, patrimonio romano per eccellenza di successo, cremosità, bontà e sapore capitolino. Il prezzo proibitivo ha sin da subito scosso gli animi non solo degli haters, ma persino dei sui fan. Ma perché?
Vivere a Milano è ad oggi quanto mai complesso, i prezzi degli affitti sono i più alti di tutto il Belpaese, il tenore di vita è fortemente cresciuto non adeguandosi purtroppo agli stipendi, rimasti invece invariati. Se consideriamo cosa significhi attualmente avviare una nuova attività ristorativa nel cuore della città, va da sé considerare di come un semplice piatto di pasta possa arrivare a costare parecchio e proprio Max Mariola ha più volte tenuto a specificare le motivazioni.
Leggendo un po’ qua e la diverse recensioni online, ai clienti è piaciuta location e atmosfera, ciononostante l’intero menù è stato criticato per via dei costi assurdi delle singole portate, in particolare sul prezzo della carbonara di Max, attualmente al listino segnata sotto i ben 28 euro. A primo impatto si potrebbe addirittura rabbrividire considerando che questo piatto nello specifico sia nato in un contesto di guerra povero e privo di tutto, in cui solo uova, pasta e pancetta riuscivano a sostenere i soldati in un clima disperato e al limite della forza umana.
Eppure lo stesso Mariola ha voluto specificare che il prezzo di 28 euro sia giustificato e giustificabile proprio per l’esperienza stessa che questa carbonara concede: difatti è una sorta di mini show cooking dedicato ai commensali in cui è Max in persona a recarsi al tavolo e ultimare il piatto dinnanzi ai loro occhi, con annesso impiattamento. In questi 28 euro quindi c’è un format stesso, un progetto, un’idea che sicuramente tende a personalizzare ciò che si mangia e si porta al palato.
Infine Mariola specifica che al ristorante per un menù completo si spendono circa 60 euro a testa con beverage incluso che ‘Per Milano è pure poco‘, considerando il costo dell’affitto, dei macchinari e ovviamente del personale. In fondo, potremmo mai andare da Cannavacciuolo e criticarlo per il costo della sua cucina partenopea gourmet? A ognuno il suo, diceva qualcuno.
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