Meglio tenere lontani dalla tavola questi cibi, mangiarli accorcia la vita. Ecco quanto ci fa vivere di meno consumare certi alimenti.
Sono da tempo finiti nel mirino dei nutrizionisti e delle autorità sanitarie. Ci riferiamo naturalmente a tutti quegli alimenti ipercalorici, saporiti e gradevoli al palato, facili da preparare e a lunga conservazione. Cibi confezionati molto ricchi sotto il profilo energetico e molto poveri invece sotto quello nutrizionale, frutto di ripetute lavorazioni industriali.
Insomma, che quello che chiamiamo junk food (“cibo spazzatura” nella lingua di Dante) non sia precisamente un toccasana per la salute è cosa ormai nota da un bel pezzo. Ma quanto ci fanno vivere in meno questi cibi riduttori di longevità, così poco salutari per il nostro organismo?
È un paradosso, ma alcuni cibi si “mangiano” realmente la nostra vita. Ma quali sono gli alimenti rispetto ai quali è bene alzare la guardia? Se n’è occupato uno studio recente anticipato alla CNN, che mostra come alcuni alimenti accorcino letteralmente la vita a uomini e donne.
La ricerca, in attesa di pubblicazione, è stata presentata sotto forma di studio preliminare durante il meeting annuale dell’American Society for Nutrition a Chicago. L’indagine ha esaminato i dati dietetici raccolti nel 1995 da un campione di circa 541 americani tra 50 e 71 anni collegandoli poi ai dati sulla mortalità nei 20-30 anni successivi.
Dai risultati dello studio – che ha considerato il consumo di 124 alimenti – è emerso che consumare elevate quantità di cibi ultraprocessati può ridurre la vita di oltre il 10%. Chi mangiava più cibo spazzatura aveva maggiori probabilità di morire di patologie cardiache o di diabete.
L’etichetta “ultraprocessato” deriva dal famoso schema Nova (costruito sul grado di lavorazione industriale) che comprende quattro gruppi di alimenti: cibi non trasformati o minimamente trasformati, ingredienti culinari, cibi processati e cibi e bevande ultraprocessati. I cibi ultraprocessati, secondo la definizione della Fao, contengono al loro interno ingredienti «mai o raramente utilizzati in cucina, o classi di additivi la cui funzione è quella di rendere il prodotto finale appetibile o più invitante».
In sostanza si tratta di conservanti in grado di resistere a muffe e batteri, di emulsionanti impiegati per impedire la separazione di ingredienti incompatibili fra loro. Ci sono poi coloranti, tinture artificiali, ma anche agenti antischiuma, volumizzanti, sbiancanti, gelificanti, glassature. Infine zuccheri, sale e grassi aggiunti o modificati, usati per rendere più invitante il cibo.
Secondo la ricerca alcuni cibi in particolare sembrerebbero avere un rischio più alto di altri. Tra i due cibi ultraprocessati più dannosi per la salute ci sono le carni altamente lavorate e le bevande analcoliche. In particolare i drink dietetici sono associati a maggiore rischio di morte precoce per quel che riguarda le malattie cardiovascolari. Sono anche collegati a un maggiore rischio di ammalarsi di demenza, diabete di tipo 2, obesità, ictus e sindrome metabolica.
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