Può un panettone arrivare a costare 800 euro? Sembra assurdo, ma in realtà è tutto vero e il prodotto risulta italiano: in tanti già lo vogliono!
Burro, uova, farina di qualità e poi ancora miele, note agrumate aromatiche, uvetta e canditi: pochi e semplici ingredienti danno vita ad uno dei dolci natalizi più famosi di sempre, stiamo ovviamente parlando del panettone. Una storia incredibile, che meriterebbe essere approfondita per comprendere al meglio come la nostra tradizione negli anni abbia saputo creare un lievitato talmente buono da esser diventato per eccellenza, nel mondo, il simbolo natalizio italiano.
Eppure sembra ben distante l’epoca in cui ci si ‘accontentava‘ dei classici panettoni Motta, Bauli e Maina: eravamo inondati dalle prime pubblicità degli anni 90, magiche, che stimolavano l’acquolina in bocca già solo nel guardare quei bei panettoni gonfi e pandori ricchi di zucchero al velo. Ad oggi la richiesta mira sempre più all’artigianato e questi dolci non ne sono esenti.
Chiari riferimenti li troviamo in quelli proposti dagli chef più famosi, così come i pastry chef. Ma un panettone in particolare ha già raccolto diverse critiche, legate al costo: ben 800 euro, ma per un formato mai visto prima. E in tanti sembrano già volerselo accaparrare, ma perché?
Il mondo del panettone ormai da qualche anno si divide nettamente in due: da una parte troviamo chi ne riconosce la forza simbolica, tuttavia senza voler spendere una fortuna, dall’altra c’è chi preferisce acquistare quelli dei grandi big del mondo culinario italiano per sensazioni al palato uniche e mai provate prime. Nessuno criticherà le due scelte perché qui rientrano fattori di natura economica e/o al contrario di una certa facoltà, è indubbio però che questo dolce negli anni abbia vissuto una sorta di rivisitazione, o meglio, abbia acquisito un nuovo volto d’immagine.
Tanti pastry chef hanno rielaborato la concettualità del panettone originale milanese per conferire aspetti sempre più personalizzati. Ne è un chiaro esempio il panettone al limoncello di Sorrento del grande Antonino Cannavacciuolo, così come il panettone rosa limited edition di Iginio Massari. I prezzi variano dai 45 arrivando anche ai 60 euro al kg, ma il panettone di oggi supera abbondantemente la media.
Il lavoro prestigioso, bisogna innanzitutto dire, è merito di Marchesi 1824, una delle pasticcerie italiane più storiche e di vanto che il Belpaese possa millantare, anche se del resto l’Italia di talenti ne ha da vendere su diversi fronti. Fondata da Angelo Marchesi, la pasticceria è nota per la sua grande e inconfondibile eleganza, usata come farcitura di qualsiasi dolce. E sul sito ufficiale ci si accorge sin da subito del perché i panettoni e i pandori costino così tanto. Interamente decorati a mano, sembrano quasi cuciti su un filato pregiatissimo da qualche sarta esperta e meticolosa. Dai 50 euro si passa ai 160 arrivando oltre i 350, ma l’ultimo ci ha quasi scioccato.
Con ben 772 euro per 1,5 kg è possibile acquistare il panettone milanese classico, forse più costoso di tutta la storia italiana, anche se, come dicevamo, il prezzo è in qualche modo giustificato. Oltre alla preziosità legata agli ingredienti di altissima qualità, troviamo una confezione speciale, un box di velluto verde con interni lavorati interamente in seta jacquard bouquet. Insomma, l’alta moda si fonde all’alta pasticceria con un risultato che può stonare forse nel costo, ma neppure così tanto. E sembra inoltre che qualcuno lo abbia già acquistato. A voi ardua sentenza.
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