Per un italiano pensare che l’olio che mangiamo fosse destinato a lubrificare i motori è un sacrilegio, ma in un caso era proprio così.
Quando pensiamo all’olio per uso alimentare, la prima opzione che viene in mente a noi italiani è sicuramente l’olio d’oliva. E in effetti questo alimento è ricco di proprietà benefiche e può apportare numerosi benefici al nostro organismo.
Ciononostante l’olio EVO non è di certo l’unico destinato all’uso alimentare e anzi è diffuso solo in alcune aree del pianeta, in particolare nel nostro bel bacino mediterraneo. Nel resto del mondo, infatti, si fa ampio uso di altri tipi di olio.
Ad esempio quello di semi, quello di arachidi, quello di cocco, quello di palma (che è addirittura il più consumato al mondo). Quello di soia (il secondo più utilizzato al mondo nonché quello scelto dalla nota catena di fast food KFC per la preparazione delle sue gustose crocchette di pollo), oppure quello di colza.
Conosciuto anche come olio di canola, quest’ultimo è ampiamente usato nelle fritture, grazie al punto di fumo elevato. Con questa espressione si fa infatti riferimento alla resistenza dell’olio alle alte temperature. Superato il punto di fumo l’olio inizia a bruciare e a fare fumo, per l’appunto, inoltre inizia a degradarsi, risultando dannoso per il nostro organismo.
Ne consegue che un olio che ha un alto punto di fumo può risultare molto utile in cucina, soprattutto quando si parla di uso di olio in quantità industriali. Ma allora perché l’olio di canola si usa soltanto da una cinquantina d’anni?
La risposta è tanto semplice quanto potenzialmente sconvolgente. Ebbene sì, poiché questo tipo di olio, prima di entrare a far parte della preparazione di molte delle ricette che seguiamo sui social, veniva utilizzato per lubrificare i motori o i macchinari della Seconda Guerra Mondiale. Oppure per alimentare alcuni tipi di lampade a olio. Ma allora noi oggi mangiamo olio lubrificante per motori?
Non proprio, poiché in origine l’olio di canola veniva estratto da una pianta che non era stata modificata per adattarsi alle esigenze alimentari dell’uomo. In origine, infatti, l’olio di colza aveva un sapore terribile, a causa della presenza di acido erucico e glucosinolati, entrambi potenzialmente dannosi per la nostra salute.
In seguito al lavoro di alcuni scienziati dell’Università di Manitoba, in Canada, l’acido erucico fu eliminato dall’equazione e un nuovo tipo di olio di canola, lo stesso che usiamo anche oggi, entroò a gamba tesa nelle nostre preparazioni alimentari.
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