Se ne parla molto: è un integratore ottimo per la cura del colesterolo, o almeno così si dice. È veramente così? Cosa dicono gli esperti.
Spesso un alimento o in questo caso una sostanza, può diventare di moda come elemento benefico e salutare. Si sparge la voce e attraverso il web e il mondo dei social si diffonde la fama curativa e super efficace di un prodotto.
A volte si tratta davvero di qualcosa di utile e salutare, ma altrettante volte capita che non è così, per cui bisogna prestare attenzione e indagare a fondo prima di credere a tutto ciò che viene detto. Per quanto riguarda l’integrazione alimentare con sostanze benefiche, ce n’è una diventata celebre con la funzione di tenere a bada il colesterolo, di abbassarne i livelli.
È la berberina, sostanza che si ricava da diverse piante della famiglia delle Berberidaceae. Sono la Berberis vulgaris, la Berberis aquifolium, la Iodendrom amurense, la Beris aristata, quelle in cui si trova questo elemento dalle proprietà quasi miracolose. Svolge davvero un’azione così portentosa?
Oltre ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, sembra che la berberina riesca anche a diminuire quelli glicemici. Nel 2004 è stato condotto uno studio che considerava la berberina al pari delle statine nello svolgere queste funzioni, perciò si poneva come alternativa ad esse.
Sicuramente un’opzione interessante dal momento che queste a volte producono effetti collaterali nelle terapie e non sono ben tollerate. Lo studio ha evidenziato la riduzione dei valori di colesterolo cosiddetto cattivo, così come dei trigliceridi con l’assunzione di berberina per un periodo di tempo di 3 mesi.
Mentre le statine abbassano il colesterolo endogeno, la berberina agisce accrescendo l’attività e il numero dei recettori epatici per le LDL facilitando così il distacco del colesterolo cattivo dal sangue. Il limite della berberina è però quello di avere uno scarso assorbimento e cioè una bassa biodisponibilità orale. Questo avviene a causa di meccanismi di estrusione cellulare che ne espellono in grande quantità dalle cellule intestinali. Per evitare questo effetto bisogna che la berberina sia associata ad altre sostanze come la silimarina estratta dal cardo mariano.
Oltre alla diminuzione del colesterolo si osservano effetti positivi della berberina anche sulla glicemia in quanto riduce l’assorbimento del glucosio e aumenta l’espressione del recettore dell’insulina. Inoltre promuove un’attività enzimatica antiossidante e quindi aiuta a contrastare i radicali liberi responsabili del processo ossidativo delle cellule.
Consigliata anche in diete dimagranti, è utile per gli sportivi e per coloro che fanno una dieta ipercalorica e iperglucidica. Gli effetti collaterali che può produrre sono bruciori di stomaco, stipsi, meteorismo e flatulenza perché agisce come una spezia e nasce come antidiarroico.
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