In questo ristorante i prezzi cambiano a seconda di dove vieni: alcuni clienti devono pagare il doppio di altri

persona che tiene in mano un Pos con dentro una carta di credito

In questo ristorante i prezzi cambiano a seconda di dove vieni: alcuni clienti devono pagare il doppio di altri/Buttalapasta.it

C’è un ristorante in cui lo stesso piatto cambia di prezzo a seconda del cliente: alcuni devono pagare il doppio di altri. La ragione? Il paese di provenienza!

E’ proprio il caso di rispolverare il vecchio detto “qui si fanno figli e figliastri” e i figliastri, in questo caso, sono malcapitati clienti che, senza averne alcuna colpa, si trovano a dover pagare il doppio degli altri pur avendo consumato i medesimi piatti. Possibile? Possibilissimo: accade in un ristorante molto famoso di una citta meta di milioni di turisti ogni anno, anzi ogni settimana.

Per anni milanesi e torinesi hanno lamentato il fatto di pagare cifre assurde quando si recavano in vacanza in Liguria ma sono sempre stati accusati di dire storie: poi si è scoperto che non tutti ma molti, in effetti, applicavano tariffe diverse ad autoctoni e turisti. Ecco in questo ristorante sta accadendo un po’ la stessa cosa ma a livelli molto più importanti.

Non si tratta di pagare uno o due euro in più per lo stesso piatto – che sarebbe, comunque, già gravissimo e inaccettabile – ma di pagare oltre il 100% in più. Il motivo? La provenienza. Ad alcuni turisti – non tutti ma solo quelli provenienti da un determinato Paese – viene applicata una tariffa “speciale”: devono sborsare il 104% in più.

Vieni da questo Paese? Allora paghi il doppio al ristorante

Dimmi da dove vieni e ti dirò quanto devi pagare alla cassa: la politica di questo famoso ristorante fa molto discutere. Alcuni clienti vengono penalizzati per il semplice fatto di provenire da un determinato territorio. Le polemiche si sono già scatenate. Ma come mai tale “politica” assurda?

persone che mangiano al ristorante

Vieni da questo Paese? Allora paghi il doppio al ristorante/Buttalapasta.it

Immaginate di andare al ristorante e ordinare, che so, un piatto di carbonara e poi della carne o del pesce e, al momento del conto voi pagherete una cifra e la vostra amica un’altra cifra in quanto provenite da due paesi diversi. Assurdo vero? Ebbene qualche giorno fa fuori dal ristorante cinese Xie Lao Song di Singapore è apparso un cartello con una scritta che, tradotta, in sostanza diceva: “A partire dal 9 aprile 2025 a tutti i clienti americani che decideranno di mangiare qui sarà addebitato il 104% di sovrapprezzo”.

Naturalmente si trattava solo di una provocazione che è durata poco. Nessun cliente americano ha dovuto sborsare un solo centesimo in più rispetto agli altri e ci mancherebbe. Il cartello, però, in meno di 24 ore è diventato virale sui social scatenando l’inferno tra chi era contrario a questa decisione e chi, invece, la riteneva giusta. In ogni caso il cartellone affisso fuori dal ristorante di Singapore il giorno dopo era già scomparso: alla fine, sotto sotto, poteva trattarsi di un’abile mossa pubblicitaria per farsi conoscere e attrarre nuovi clienti, se non altro per curiosità.

Il problema vero, però, è un altro: questo cartellone era tutto uno scherzo per fortuna ma, di fatto, ad oggi, a Singapore non ci sono leggi che vietano specificatamente prezzi diversi a seconda della nazionalità in quanto ci si basa su transazioni tra privati. L’importante è che l’acquirente venga informato prima di eventuali differenze di prezzo dovute, appunto, a fattori personali come la nazionalità.

Parole di Samanta Airoldi

Sono Samanta, sono nata a Genova ma vivo a Milano da molti anni. Ho conseguito Laurea specialistica e Dottorato in Filosofia Politica e svolgo il lavoro di redattrice dal 2015. Ho pubblicato alcuni libri di Filosofia Politica in chiave "pop" e, nel corso di questi anni, ho lavorato per diversi blog. Mi sono sempre occupata, principalmente, di Politica ed Economia ma, talvolta, anche di lifestyle, benessere e alimentazione vegana essendo io stessa vegana. Le mie passioni principali sono proprio la Politica e l'Economia ma mi interessa anche il settore del benessere.

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