Sembra proprio che la difficoltà che incontrano molti occidentali a digerire il sushi sia da attribuire alla mancanza di un batterio nell’intestino, che invece è un patrimonio quasi “esclusivo” dei giapponesi. Questo è quello che scrive la rivista Nature, che spiega che i problemi non sono nella digeribilità del pesce crudo, ma nell’alga nori, quella che si usa per creare i maki, ovvero per avvolgere i rotolini di sushi. Per metabolizzare quest’alga l’organismo utilizza un enzima prodotto dal batterio Bactreroides plebeius, che è presente nell’intestino dei giapponesi ma assente quasi totalmente negli occidentali.
Il batterio fondamentale per questo processo sarebbe di origine marina e la sua presenza all’interno dell’intestino dei giapponesi è da attribuire all’alto consumo di pesce che il popolo del Sol Levante ha da sempre, in quanto fondamentale per la loro dieta da secoli.
Sarebbe stata proprio questa dieta ricchissima di pesce ad aver permesso il cosidetto trasferimento genetico orizzontale durante l’evoluzione: il Bactreroides plebeius, già presente nell’intestino, avrebbe acquisito alcuni “pezzetti” di dna da un altro batterio marino.
Nella ricerca sono stati analizzati 13 soggetti giapponesi e 18 nordamericani. Aspettiamo ulteriori conferme scientifiche. Voi avete mai avuto problemi a digerire il sushi?
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