Di Kati Irrente | 12 Settembre 2023
Sapete cos’è l’olio di sansa? Andiamo alla scoperta delle caratteristiche organolettiche e di produzione di questo alimento.
Nelle ricette che si preparano ogni giorno per portare in tavola piatti che possano soddisfare il palato di tutti si usa spesso una parte grassa. Questa materia può essere di origine animale come il burro o lo strutto. Oppure di origine vegetale come l’olio di oliva o l’olio di semi di girasole, di arachidi, di mais, di riso, ecc. E l’olio di sansa?
In commercio sugli scaffali dei supermercati si trova anche l’olio di sansa e se avete dato un’occhiata al cartellino del prezzo avrete sicuramente notato che costa quasi la metà di un olio extra vergine di oliva. Ma è buono o fa male?
Tutto quello che occorre sapere sull’olio di sansa di oliva
L’olio di sansa si ricava dalla lavorazione delle olive spremute per ottenere l’olio di oliva e l’olio extra vergine di olive. In pratica è il residuo che resta dalla spremitura meccanica delle olive. Quindi la sansa è composta da buccia, nocciolini e residui di polpa di oliva. Questo prodotto viene poi lavorato, cioè pressato, centrifugato e dissolto con solventi chimici consentiti nell’industria alimentare.
Infine, dato che il materiale ottenuto non è ancora commestibile, viene ulteriormente raffinato ed addizionato con una parte di olio extra vergine di qualità. A quel punto si può usare in cucina per diversi scopi. Ad esempio si può usare l’olio di sansa di oliva per friggere, nelle ricette di snack e biscotti oppure di focacce, pizzette, ecc.
L’olio di sansa non è nocivo, non è nemmeno di alta qualità come l’extra vergine ma è assimilabile al prodotto che trovate in commercio con il nome di olio di oliva. Che, forse non lo sapete, è composto da olio lampante ed extra vergine. E l’olio lampante è chiamato così perché era usato come combustibile per le lampade ad olio, data la sua alta acidità.
In definitiva dovete sapere che l’olio di sansa di oliva che trovate in commercio è lavorato e raffinato ma non fa male, è solo derivato da un sottoprodotto dell’olio di oliva. Dunque è commestibile, anche se più scadente dell’olio extra vergine di oliva (e infatti costa molto meno), e lo potete usare in cucina.
Magari non è il massimo come condimento a crudo, ma come olio per friggere e avere una frittura perfetta e per la preparazione di dolci o lievitati, biscotti, taralli, pane e focacce, può andare bene. E poi lo potete usare anche come cosmetico per la pelle, data la presenza di vitamina E, polifenoli e antiossidanti.
Parole di Kati Irrente
Giornalista poliedrica scrivo per il web dal 2008. Sono appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d’autore.