Sebbene il menu mostrato sulla pagina social possa indurre in tentazione, non commettere l’errore di prenotare in questo ristorante.
Quante volte ci è capitato di provare l’irrefrenabile desiderio di andare a mangiare fuori in un posto nuovo e non sapere dove andare? Probabilmente tante. Se dapprima a venirci in aiuto erano principalmente amici e conoscenti, ad oggi i metodi di ricerca sono un tantino cambiati.
Ad oggi ci si affida principalmente a Google e alle recensioni dei locali, ma a stuzzicare il nostro interesse sono spesso le pagine social, vetrine dell’era moderna, tanto efficaci quanto attive per moltissime realtà di ristorazione.
Ed è proprio quella vetrina ad avere indotto in trappola moltissimi utenti invitati dai piatti mozzafiato proposti, che, successivamente, si sono trovati davanti ad un’amara sorpresa. La vicenda che vi stiamo per raccontare ha infatti del surreale. Un profilo Instagram meraviglioso, un menù che sembrava uscito da un sogno gastronomico, eppure, dietro quell’apparenza seducente si cela una realtà ben diversa.
Il ristorante in questione è Ethos, una realtà che ha catturato l’attenzione di molti grazie a piatti dai colori vivaci e forme fantasiose: torte al miele come se fossero appena uscite da un alveare, croissant a forma di dinosauro, gelato al granchio con chele e persino gelatine che riproducono personaggi iconici dei videogiochi. Sembrava impossibile resistere alla tentazione di prenotare un tavolo.
E così, spinti da un’incredibile curiosità, molti si sono affacciati al sito ufficiale. Ma, una volta lì, si sono trovati di fronte a un muro. Qualsiasi tentativo di prenotazione si è scontrato con un unico messaggio: “Vorrei aiutarti, ma non posso”.
E se ci si è avventurati a compilare il form di contatto, ci si è ritrovati di fronte a una pagina bianca, con la GIF di un ragazzo che riceve uno schiaffo in faccia. Una sorta di scherno che faceva capire un messaggio tanto chiaro quanto scioccante: è tutto uno scherzo.
Le immagini di quel menù da sogno, rivelatesi create con intelligenza artificiale, hanno lasciato molti increduli. La chiave di questa strategia era chiara: generare visibilità per vendere merchandising basato su questi stessi post, in grado di generare profitto economico sulle visualizzazioni ottenute.
Un’operazione di marketing astuta, penseremo. Tuttavia, già il nome del manager, Giuseppe Fusilli, suonava già come un campanello d’allarme. La scelta dei nomi per i membri del personale sembrava troppo giocosa per essere seria: anche la foto dove Elon Musk preparava cocktail doveva far destare qualche sospetto. Eppure, in tanti utenti texani (luogo dove avrebbe dovuto trovarsi il ristorante) hanno abboccato, attratti da quelle meraviglie culinarie mai esistite. Non solo un inganno con tanto di I maiuscola, ma una vera e propria trappola dell’era digitale.
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