Le patate possono essere tossiche e dannose per la salute, a cosa fare attenzione per mangiarle in totale sicurezza.
Tra i prodotti più versatili che possiamo trovare in cucina le patate occupano un posto d’onore: si prestano a numerose preparazioni, dal dolce al salato, dal primo al contorno. Non a caso sono tra i prodotti più consumati al mondo, spesso anche con un pizzico di incoscienza.
Siamo infatti abituati a consumarle senza porci troppe domande e a considerarle un alimento totalmente sicuro. Tuttavia, come si legge anche su Repubblica.it, una ricerca dell’istituto tedesco per la sicurezza alimentare (BfR) ha reso noto che le patate potrebbero contenere una sostanza pericolosa.
Nel 2015 il BfR si è occupato con estrema attenzione della possibile tossicità delle patate, alla base della cucina di quasi tutte le popolazioni mondiali. A preoccupare l’istituto tedesco fu un fatto di cronaca: un’intera famiglia dopo aver consumato un piatto a base di patate era rimasta intossicata.
Le patate possono infatti sviluppare la solanina, una sostanza glicoalcaloide che viene prodotta da alcune piante come meccanismo di difesa. Oltre al noto tubero, questa può svilupparsi nei peperoni, nelle melanzane, nei pomodori e nel peperoncino, più in generale in tutte le piante solanacee.
La formazione di questa tossina è la risposta che la pianta da quando si trova in una situazione di stress, come il freddo, troppa o poca esposizione alla luce, presenza di patogeni o errori di conservazione.
La patata produce solanina nelle foglie, nella radice, nella buccia e nei germogli. Proprio per questo motivo, quando le patate vengono conservate per troppo tempo in dispensa e formano germogli, sarebbe meglio evitare di mangiarle. La solanina, infatti, si trova per il 60/80% sulla buccia e nei primi millimetri sottostanti e non si elimina in cottura. Si riduce moderatamente superando i 180°; ma bisognerebbe comunque prestare attenzione.
Oltre ai germogli, un altro campanello d’allarme della presenza di solanina è il colore: quando la buccia della patata presenta una colorazione verde ed emana cattivi odori è consigliabile non mangiala.
Il BfR sottolinea che i casi di intossicazione da glicoalcaloidi negli ultimi cinquant’anni sono stati molto pochi e che nessuno ha portato alla morte. I principali sintonmi di intossicazione sono nausea, vomito, mal di stomaco, diarrea e febbre. In casi estremamente gravi, specificano dal BfR, possono presentarsi sintomi come perdita di coscienza, disturbi al cervello, alla respirazione e al sistema cardiovascolare.
Dunque, per evitare qualsivoglia problema basterà semplicemente tenersi alla lontana dalle patate germogliate, verdognole e mal odoranti.
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