Cuocere il riso sembra facile, eppure spesso incorriamo in qualche errore che ci porta a un risultato non proprio ottimale: ecco cosa evitare.
Il riso si consuma in tutto il mondo e in quantità a dir poco elevate. Basti pensare che i dati relativi al 2022 raccolti da Coldiretti riportavano un consumo di oltre 521 milioni di tonnellate, in aumento di circa 9 milioni di tonnellate rispetto all’anno precedente.
A fare da apripista nel consumo di riso troviamo Cina, India e Bangladesh, ma anche gli altri Paesi del mondo non sono da meno. Tra questi anche l’Italia, dove la produzione di riso è collocata principalmente nelle regioni del nord (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) ed è considerata una vera e propria eccellenza.
Ma d’altronde noi italiani teniamo moltissimo alla nostra tradizione culinaria e amiamo che tutto ciò che portiamo in tavola sia ben fatto e gustoso. Cuocere il riso ad esempio può essere un’azione tanto semplice quanto complessa, soprattutto se non si conoscono alcune caratteristiche intrinseche del riso.
Nel riso, ad esempio, troviamo l’amido, in concentrazioni più o meno elevate in base alla tipologia di cereale. Per alcune preparazioni, ad esempio il risotto, servirà un riso ad alta concentrazione di amido come il carnaroli, mentre per le insalate o il sushi bisognerà prediligere varietà a più basso contenuto di amido come l’arborio.
Ebbene, da questi brevi accenni è possibile capire come approcciare la scelta e la cottura del riso nel modo giusto possa fare la differenza a tavola. Di seguito vogliamo dunque fornire qualche suggerimento su cosa fare e cosa non fare quando cuociamo il riso. Innanzitutto, il riso va sciacquato o no prima della cottura?
Dipende: per preparazioni come il sushi bisognerà sciacquarlo proprio al fine di eliminare l’amido. Per il risotto, invece, dovremo conservare più amido possibile. Va inoltre specificato che sciacquando il riso si rischia di perdere parte dei suoi nutrienti, quindi se possiamo non farlo evitiamolo.
Rimaniamo sulla questione amido: sapete che rimestando, mescolando e muovendo continuamente il riso all’interno della pentola rischiamo di alterarne la composizione? Per questo quando facciamo il risotto dobbiamo toccarlo il meno possibile, così come nel caso delle cotture per assorbimento. Attenzione poi all’uso del coperchio: coprire il riso durante la fase di cottura può portarci a risultati non sempre ottimali. Nel risotto il coperchio non si usa, mentre nella cottura per assorbimento sì.
Infine attenzione a come conserviamo il riso una volta cotto: lasciarlo fuori dal frigo dopo averlo fatto freddare può essere rischioso. Nel riso si trovano infatti delle spore che se lasciate a temperatura ambiente e in un ambiente umido come quello del riso cotto potrebbero trasformarsi in tossine e batteri dannosi per il nostro organismo. Sempre meglio riporlo in frigorifero!
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