Di Giovanni Cardarello | 19 Ottobre 2024
L’ortaggio dell’estate super sottovalutato, ma soltanto perché in pochissimi lo conoscono: scopriamo insieme il tubero delle rive del Po
In autunno possiamo trovare nel reparto ortofrutta una miriade di prodotti diversi, saporiti ed estremamente colorati. È sicuramente un periodo fantastico per gli amanti del cibo, in estate certamente si trovano molti sapori diversi, ma le alte temperature tendono a farci avere meno appetito. soprattutto le alte temperature che le estati recenti ogni anno raggiungono e puntualmente superano.
Insomma, una sorta di chi ha il pane non ha i denti, ma non possiamo purtroppo farci nulla, almeno riusciamo a goderci frutta fresca super zuccherina e tanti freschi gelati e ghiaccioli. Però l’autunno ha quel velo di pigra magia che ci invita proprio a rimanere in casa, a preparare una zuppa calda o qualcosa di simile, così da dimenticare ogni stress dell’ufficio.
Un ortaggio che in pochissimi conoscono
Scopriamo allora un alleato prezioso estremamente sottovalutato ma veramente utile, il “topinambur”. Il topinambur, per i tanti che non lo conoscono, è un piccolo tubero dalla forma irregolare, ricorda un po’ lo zenzero. Lo possiamo riconoscere anche dalla particolare buccia, questa è infatti di un colore che va dal biancastro al rosso chiaro.
I due colori dipendono dalla tipologia e da dove questa viene coltivata. La varietà rosso chiaro, infatti, si coltiva sulle rive del Po e nelle zone limitrofe. La varietà bianca invece la possiamo trovare in più punti, riesce a crescere senza troppi problemi anche su terreni più asciutti, non necessita quindi delle rive di un fiume. Parliamo ora del suo interno, aprendolo troviamo una bella polpa di colore bianco, la si vede ad occhio che questa risulterà poi all’assaggio essere molto carnosa.
Attenzione a mangiarlo maturo, perché sia buono la polpa a crudo dovrà ovviamente essere soda e croccante. Ma del sapore invece ne vogliamo parlare? Ricorda una patata, sono d’altronde derivanti dalla stessa famiglia. Sapore simile si a quello di una patata ok, ma con un tocco in più. Presenta al gusto anche qualche nota che a molti ricorda un carciofo. In Piemonte lo consumano a crudo, intinto nella bagnacauda, ma anche un bel purè di patate e topinambur non viene mai lasciato nel piatto. Trifolato, a fettine e fritto, affiancato a una bella bistecca a del pollo o a delle polpette, insomma, potrebbe essere la scoperta dell’autunno per chi non lo avesse mai provato.
Parole di Giovanni Cardarello