Il digiuno intermittente consiste in periodi in cui non si consuma alcun cibo, ma un esperto ha svelato il lato oscuro di questa pratica
Da qualche anno è andato di moda il digiuno intermittente. Questo tipo di dieta, che limita le ore della giornata in cui si può mangiare, è promossa da personaggi famosi di ogni genere e gode di una buona immagine tra i ricercatori anziani.
Alcuni studi mettono alla prova le virtù del digiuno, mostrando che aiuti a perdere peso e a migliorare altri fattori associati, come l’ipertensione o i livelli di glucosio. Tuttavia, questa opzione non è sempre utile per eliminare i chili di troppo: di seguito, scopriamo cosa ha rivelato un esperto al riguardo.
La cosiddetta dieta del digiuno intermittente prevede un normale apporto calorico giornaliero con l’utilizzo di una restrizione calorica breve e rigorosa. I pasti vengono consumati solo in un orario definito durante la giornata. Di recente, il medico dietologo Giorgio Calabrese ha parlato su “La Repubblica” di questo famoso metodo per perdere peso, smontando diverse fake news al riguardo.
L’esperto ha messo in luce tutte le perplessità dietro questa “moda alimentare“, affermando che tale pratica non faccia automaticamente perdere peso. Ad esempio, saltare la colazione ed essere a digiuno fino all’ora di pranzo, non aiuta ad ottenere immediatamente una forma fisica smagliante.
Non mangiare ai pasti infatti è consigliabile solo qualora un medico faccia una valutazione metabolica per una patologia o per prevenire problemi futuri. L’esperto sottolinea che non si tratta di una soluzione definitiva e assodata per perdere peso. In conclusione suggerisce di non saltare mai i pasti, anche quelli successivi a un pranzo o una cena più abbondanti. In quei casi consiglia di mangiare più verdure, frutta e di evitare grassi animali.
È essenziale dunque, seguire la regola dei cinque pasti al giorno, fondamentale per abbassare l’insulina e mantenere uno stile di vita corretto e salutare. Esistono diversi effetti negativi del digiuno intermittente, che si dividono in due categorie principali: a breve e a lungo termine.
I fattori di rischio a breve termine si verificano quasi immediatamente dopo l’inizio dell’alternanza di periodi di digiuno e di alimentazione. Tra gli effetti c’è un costante mal di testa, alitosi, stanchezza perenne e fame incontrollabile. Gli effetti avversi a lungo termine si verificano dopo diverse settimane e possono persistere dopo periodi prolungati. Il modo più efficace per frenarli è riprendere il piano alimentare regolare finché non viene identificata la causa.
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