Di Kati Irrente | 26 Agosto 2023
Considerati una prelibatezza, i datteri di mare sono vietati e non si possono raccogliere nei mari italiani fin dal 1998: ecco perché.
Se qualcuno ancora non li conoscesse, chiariamo cosa sono i datteri di mare. Sono dei molluschi bivalvi (cioè sono racchiusi in due conchiglie come le cozze, le ostriche o le vongole), vivono nelle acque del mar Mediterraneo e che, ovviamente, non hanno niente a che vedere con i datteri, cioè frutti dolcissimi delle palme, se non nel fatto di avere una forma simile, ovale e allungata ed un colore tendente al marrone scuro.
Sono considerati un alimento eccezionale, pregiatissimo e prelibato, ma non si trovano in commercio, non si possono mangiare né nei ristoranti, né tanto meno comprare in pescheria. O almeno non si potrebbe, perché la realtà è un po’ diversa. Il motivo è semplice, sono illegali, la loro pesca è vietata e il motivo che sta alla base di questa decisione presa dalle istituzioni è molto serio, purtroppo.
Perché i datteri sono illegali in Italia
In Italia la pesca dei datteri di mare è vietata fin dal 1998. Proprio per il fatto che sono vietati e che la loro pesca nel Mar Mediterraneo è illegale, c’è chi è disposto a pagare moltissimo pur di mangiarli. La domanda del mollusco non resta inascoltata, tanto che i datteri di mare sono, purtroppo, ancora raccolti, anzi dovremmo dire meglio, usando parole più corrette, depredati da pescatori di frodo.
Ma perché il mollusco è vietato e la sua raccolta è diventata illegale? Facciamo un passo indietro e spieghiamo che Lithophaga lithophaga, questo il nome scientifico del dattero di mare, vive allo stadio di larva, cioè quando è ancora piccino, liberamente nell’acqua, come i pesci. Poi però, quando diventa adulto, decide di fermarsi. E allora si attacca sulle rocce sottomarine attraverso la barbetta che egli stesso produce.
Insomma con il bisso si incastona alle rocce calcaree e lì resta dopo essersi creato un cunicolo all’interno delle rocce stesse grazie ad una sostanza acida che riesce a sciogliere il calcare di cui sono formate le rocce.
Dunque va da sé che per raccogliere il dattero di mare bisogna strapparlo via dalla roccia. E per fare prima senza rovinare il mollusco bivalve, questa roccia viene aggredita con picconi, martelli e martelli pneumatici, persino con piccole cariche di esplosivo per aprire varchi nelle rocce.
È chiaro che questo porti un grave danno all’ecosistema marino, desertificando, di fatto l’ambiente acquatico e distruggendo la biodiversità.
Un disastro ambientale che ancora in molti non considerano, dato che ancora ci sono sequestri da parte delle forze dell’ordine di datteri di mare pescati illegalmente perché vengono pagati a peso d’oro.
Parole di Kati Irrente
Giornalista poliedrica scrivo per il web dal 2008. Sono appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d’autore.