Da oggi in poi i sigari potremo mangiarli: la trovata innovativa è già sulla bocca di tutti

dessert a forma di sigari

Non si accende, ma si gusta! (Foto Ig @jordirocasan) - buttalapasta.it

Un dessert al gusto di sigari che potremo mangiare e gustare in tutte le sue sfaccettature: la trovata del pastry chef sfida il confine con la realtà!

Se il confine tra finzione e realtà nell’Alta cucina è già stato superato, nel mondo dell’Alta Pasticceria sembra qualcosa, ormai, di abbastanza obsoleto. O meglio, non parliamo più di confine, ma di un vero e proprio mix tra fantasia e palpabile, tutto merito di una visione futuristica che coi mezzi giusti può sfiorare vette creative pazzesche. Questo ci è stato ampiamente dimostrato dal nostro Damiano Carrara, che fluisce nei suoi dolci la più tipica tradizione della nonna alla più innovativa tecnica d’avanguardia, ma anche Iginio Massari, il Grande Maestro della pasticceria italiana. Se i suoi dolci dall’esterno possono apparire come ‘visti‘, è il cuore della preparazione a regalare sensazioni al palato enigmatiche e sopraffini, per un’esperienza gustativa a 360°.

Il resto del globo poi è abitato da altrettanti geni della cucina e della patisserie e oggi non possiamo non parlare di Jordi Roca. Famoso già per la sua ‘pioggia edibile‘, una vera e propria rievocazione di quella delicata che cade dal cielo e può finire dritta in un piatto, insieme al padre ha creato qualcosa di unico nel suo genere, finora mai visto, assaporato, realizzato: un sigaro da gustare a tutto tondo, con un vero sapore di tabacco tostato e fumo denso, corposo, bianco perla. Ma come? I dettagli sono tutti da scoprire. 

I sigari per dessert, non solo col brandy: da oggi si mangiano, non si fumano

L’immagine di un buon sigaro che alita dolcemente verso l’alto la corposità del suo fumo e l’eleganza fluttuante dei suoi movimenti, è sovente nelle stampe anni 30 e 40, quando con un buon brandy secco si concludeva una serata adibita al buon cibo e alla buona compagnia aristocratica. Tempi andati e finiti, che tuttavia rimangono nelle opere e soprattutto nel concetto del ‘Old is good‘. Fumare un sigaro non è un vezzo, non è un capriccio, piuttosto una sorta di esperienza nel sapore tostato che invade le pareti della bocca e si infila sin sotto la lingua.

dessert a forma di sigari

È lui Jordi Roca, il genio della pasticceria ed esperto cioccolatiere (Foto Ig @jordirocasan) – buttalapasta.it

Cubani, italiani, americani e dai vari tabacchi più puri, semi tostati o piuttosto secchi, chi fuma i sigari sa perfettamente di cosa stiamo parlando. Ma qualcuno ha ben pensato di poter regalare questa sensazione anche a chi non sia solito fumarli, in un modo così umile e persuasivo che forse un domani potremmo addirittura pensarci a fumarne uno. Perché?

Merito del genio Jordi Roca, pastry chef e genio dell’Alta Pasticceria, che un giorno, sicuramente a fine servizio, decise di accendere e fumare un sigaro proprio in cucina. Lì avvenne la connessione tra idea e follia: indirizzò il getto del fumo del sigaro verso un gelato, riponendolo in congelatore. A fine servizio si rese conto aveva perfettamente inglobato le bolle d’aria tostate del sigaro e al palato risultava un dessert fresco sì, ma caldo, avvolgente, profondo nel sapore non predominante, ma ben aromatizzato.

Insieme al padre quindi, creò un canale che indirizzava il fumo del sigaro direttamente sulla lavorazione del gelato, accostandolo poi al cioccolato fondente. Ci vollero ben 25 anni per affinare il dessert che possiamo gustare oggi: un finissimo gelato con sentore di panna, vaniglia e ovviamente tabacco da sigaro, da inserire all’interno di un cilindro di cioccolato extra fondente, con annessa cenere, side di mojito, granita alla menta e rum bianco, gel di limone.

dessert jordi roca

Difficile distinguerlo da un sigaro reale (Foto Ig @jordirocasan) – buttalapasta.it

Il risultato? Un vero e proprio sigaro da toccare, afferrare con la bocca, posizionarlo tra le dita. Manca solo l’accensione col fiammifero che tuttavia non manca a chi lo assapora, perché è tutto già all’interno. Insomma, pura arte, pura bellezza.

Parole di Cesare Orecchio

Amante dell’arte, della cucina e della scrittura, inizio il mio percorso a soli 18 anni dopo essermi diplomato in Storia della Moda e tecniche della confezione, pubblicando la mia prima raccolta di poesie ‘Petali di vita’. Ho cambiato poi vita diventando cuoco professionista nella mia città natale Messina per poi abbracciare la scrittura a 360°.

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