Di Claudia Colono | 2 Ottobre 2024
Il Prosecco, ormai famoso in tutto il mondo, ha conquistato il titolo di vino italiano più esportato, superando persino lo Champagne per numero di bottiglie vendute. Questa crescente popolarità ha portato non solo a un incremento della produzione, ma anche a numerose imitazioni.
Riconoscere un Prosecco di qualità, quindi, può diventare un’operazione complessa per chi non ha familiarità con le sue caratteristiche distintive. In questa guida, esploreremo i segreti per distinguere un vero Prosecco di alta qualità, partendo dalla sua provenienza e arrivando agli elementi sensoriali che ne definiscono l’eccellenza.
Provenienza e Denominazione: DOC, DOCG e le Zone d’Eccellenza
Il primo passo per riconoscere un buon Prosecco è conoscerne l’origine. Il Prosecco viene prodotto in una specifica area geografica del Nord-Est d’Italia, che include il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. All’interno di questa regione si trovano tre denominazioni principali:
– Prosecco DOC: Questo tipo di Prosecco viene prodotto in una vasta area che copre gran parte del Veneto e del Friuli. Un’ulteriore distinzione si ha con il Prosecco DOC Treviso, prodotto nei 95 comuni attorno alla città di Treviso.
– Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene DOCG: Questa denominazione, che rappresenta il livello superiore di qualità, identifica il Prosecco prodotto esclusivamente nelle colline di Conegliano Valdobbiadene, una zona composta da soli 15 comuni. Qui, le condizioni climatiche e del suolo donano al Prosecco caratteristiche organolettiche uniche.
– Il Prosecco DOCG Colli Asolani, prodotto esclusivamente nelle colline attorno ad Asolo, rappresenta una delle espressioni più raffinate di questo vino. Con il suo perlage fine e persistente e gli aromi delicati di fiori bianchi e frutta fresca, offre una struttura elegante e un gusto armonioso, perfetto per chi cerca un’esperienza autentica e di alta qualità.
All’interno dell’area DOCG Conegliano-Valdobbiadene, troviamo ulteriori eccellenze come:
– Le Rive: Vini ottenuti da particolari versanti scoscesi, dove il microclima e la composizione del terreno sono ideali per la viticoltura. Qui, la vendemmia è solo manuale, garantendo una cura estrema delle uve.
– Cartizze: La punta di diamante del Prosecco, prodotto su appena 108 ettari di collina nel Conegliano Valdobbiadene. Questo vino si distingue per la sua eleganza e i profumi intensi, frutto di un terroir unico.
La Fascetta e l’Etichetta: Indicatori di Autenticità
Una bottiglia di vero Prosecco si riconosce immediatamente dalla fascetta di Stato posta sul collo, un sigillo che garantisce l’autenticità del prodotto. La fascetta riporta un numero identificativo unico, il logo del consorzio e la denominazione DOC o DOCG
L’etichetta, altro elemento fondamentale, deve sempre indicare:
– Il nome del produttore
– La denominazione (DOC o DOCG)
– Il tipo di Prosecco (Extra brut, Brut, Extra Dry, Dry)
Imparare a leggere correttamente l’etichetta è il primo passo per non sbagliare nella scelta.
Le Caratteristiche Sensoriali di un Buon Prosecco
Una volta aperta la bottiglia, l’esperienza sensoriale diventa il giudice definitivo della qualità del Prosecco. Ecco gli aspetti da valutare:
– Colore: Un buon Prosecco si presenta con un colore giallo paglierino, spesso con riflessi verdognoli.
– Perlage: Le bollicine, o perlage, devono essere fini e persistenti, e la spuma florida e cremosa. Anche se il metodo Martinotti utilizzato per la spumantizzazione non genera sempre una “catenella” continua di bollicine, queste devono comunque salire delicate nel bicchiere.
– Aroma: All’olfatto, il Prosecco di qualità sprigiona note fresche e fruttate, con sentori di mela verde e fiori di campo. Non dovrebbero esserci note alcoliche troppo predominanti.
– Gusto: In bocca, il Prosecco deve essere armonico, bilanciando dolcezza e acidità. Le note minerali e fruttate devono fondersi in un gusto rotondo e vellutato, senza risultare troppo pesante o squilibrato.
Parole di Claudia Colono