Quando cuciniamo troppo cibo decidiamo di conservarlo in freezer o in frigorifero per prolungarne la durata: va fatto da caldo o freddo?
Poniamo il caso di avere preparato un pranzo o una cena in anticipo, così da avere il pasto pronto al ritorno dall’ufficio. La cosa più spontanea che ci verrebbe da fare, una volta spento il fornello del brodo alle 08:00 di mattina, sarebbe quella di mettere un coperchio sulla pentola e lasciarlo a raffreddare fuori dal frigo.
Durante la pausa pranzo troveremmo dunque un piatto freddo, da riscaldare nel microonde. E con gli avanzi? Gli avanzi li metteremmo in frigorifero, magari per riutilizzarli al pasto successivo. Mettere il cibo cotto in frigorifero ci permette infatti di prolungarne la durata.
Nonché di evitare la proliferazione di batteri e muffe, che spesso trovano negli alimenti (ricchi di umidità) il loro habitat ideale. Ma se mettere il cibo in frigo è così importante, allora perché non lo abbiamo fatto direttamente alle 08:00 di quella stessa mattina?
La risposta è apparentemente scontata: perché era bollente e il cibo va messo in freezer o in frigorifero solo dopo che si è freddato. In questo articolo, però, vogliamo sfatare quella che ormai da tempo immemore è una convinzione condivisa. E cioè proprio quella che il cibo andrebbe refrigerato solo una volta freddatosi.
In molti pensano che riporre cibo caldo o addirittura bollente in frigo o in freezer possa costituire un problema per l’elettrodomestico stesso, che farebbe fatica a raffreddare gli alimenti, andando a consumare molta energia elettrica.
Rallentando il suo funzionamento, inoltre, anche i cibi già freddi che sono presenti in frigo potrebbero subire uno sbalzo di temperatura potenzialmente dannoso. Mettere un pentolone di brodo bollente in frigo, insomma, potrebbe essere controproducente da vari punti di vista.
Ma allora qual è la soluzione? Innanzitutto partiamo col dire che riporre piccoli quantitativi di cibo caldo in frigo o in freezer non è problematico (in questa guida trovate suggerimenti su come conservare il riso cotto). E anzi, prima refrigeriamo le pietanze, minore sarà il rischio che i batteri naturalmente presenti al loro interno inizino a proliferare.
In secondo luogo un suggerimento pratico, tanto scontato quanto utile: dividiamo il cibo caldo in porzioni, o in contenitori più piccoli, per poi metterlo in frigo (con tanto di coperchio per ridurre al minimo il contatto con l’aria). In questo modo i piatti si raffredderanno più velocemente, senza mettere a rischio gli altri alimenti oppure le nostre tasche, già sufficientemente provate dalle bollette!
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