Ormai ci fanno utilizzare l’olio di semi ovunque, sostenendo che è più leggero, ma è davvero così? Oggi vogliamo svelarvi la verità su questo condimento.
In cucina, negli ultimi anni, sono cambiate molte cose con alimenti utilizzati di consueto che sono spariti dai radar perché considerati troppo calorici o addirittura pericolosi per la nostra salute. Tra questi c’è sicuramente il burro, che un tempo era uno degli alimenti più utilizzati nella cucina italiana e che oggi viene demonizzato come un male per la nostra salute.
Sebbene la verità stia sempre in mezzo, in questo periodo si sta spingendo molto sul sostituirlo, anche nei dolci, con l’olio dei semi. In molti però si chiedono se questa operazione ha davvero un senso logico oppure se si tratta solamente di una trovata pubblicitaria con qualche interesse finanziario dietro.
Un tempo utilizzato principalmente per friggere, oggi viene messo al centro della cucina per numerose preparazioni. La sua versatilità piace molto anche a chi un tempo non lo prendeva in considerazione, senza citare il fatto che il prezzo è decisamente più conveniente di quello extravergine d’oliva che di questi tempi è diventato praticamente un bene di lusso. Oggi scopriamo però le sue qualità e se è davvero più leggero.
Per prima cosa dobbiamo evidenziare che di olio di semi ne esistono diverse tipologie, si va infatti da quello di mais a quello di girasole fino a quello di arachidi e al misto. La credenza che sia meno grasso di quello d’oliva è in realtà priva di fondamento. Infatti ogni tipo di olio apporta 9 kcal per grammi e chi considera quello di semi più leggero ne utilizza di più arrivando a un apporto calorico maggiore.
Va specificato che gli oli di semi sono ottenuti attraverso dei procedimenti molto economici che garantiscono una conservazione decisamente lunga. Spesso vengono estratti ad altissime temperature e sottoposti a dei processi chimici che li vanno a raffinare. In realtà, poi, di questi non si conosce l’esatta. composizione e quindi non possiamo con certezza sapere quale sia il loro apporto nutritivo.
I nutrizionisti consigliano di privilegiare sempre l’olio extravergine d’oliva perché deve avere delle caratteristiche molto precise proprio per legge e questo permette di avere un prodotto in grado di garantire delle proprietà nutritive decisamente importanti. Molto poi dipende anche dal tipo di cottura che si andrà a utilizzare una volta che porteremo il nostro olio in cucina..
I nutrizionisti considerano tra gli oli di semi il migliore quello di arachidi. Adatto per le fritture, ma non solo, ha lo stesso potenziale dell’olio d’oliva nell’andare ad abbassare il colesterolo cattivo presente nel sangue, ma anche un sapore più decisivo rispetto agli oli di girasole o altri di semi vari.
Viene prodotto dalla parte grassa dei semi di arachidi e ha un colore giallo paglierino. Nella grande distribuzione viene usato anche nella produzione di margarina e maionese.
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