Di Claudio Rossi | 22 Novembre 2023
I carboidrati si dice facciano ingrassare: ma è davvero così? Ecco cosa sostiene una recente ricerca scientifica, sconvolgendo totalmente il nostro pensiero.
Molte persone credono che i carboidrati facciano male alla linea e che qualsiasi dieta mirata a favorire la perdita di peso dovrebbe essenzialmente evitarli. Tuttavia, un nuovo studio ha scoperto che alcune categorie di carboidrati possono svolgere un ruolo chiave nel prevenire l’aumento di peso nel corso degli anni.
Alcuni carboidrati sono quindi essenziali per il funzionamento dell’organismo allo stesso modo delle proteine e dei lipidi. Fanno parte dei costituenti essenziali degli esseri viventi e del loro cibo, perché sono in parte responsabili dell’immagazzinamento e del consumo di energia. Tuttavia, un nuovo studio mostra che, contrariamente alla credenza popolare, evitare l’aumento di peso nella mezza età non richiede un cambiamento radicale in quest’area specifica.
La risposta concreta in termini di peso: i risultati della ricerca parlano chiaro
I ricercatori della Harvard School of Public Health sono partiti dall’osservazione che il ruolo dei carboidrati nell’aumento di peso e nell’obesità resta controverso, mentre pochi studi hanno valutato il legame tra le variazioni dell’assunzione di carboidrati nel tempo e le variazioni a lungo termine del peso corporeo. Per affrontare questo problema, questo team scientifico ha deciso di esaminare queste associazioni a intervalli di quattro anni, per un periodo di follow-up totale di 24 anni.
I loro risultati si basano sui dati di 136.432 uomini e donne di età pari o inferiore a 65 anni che non avevano diabete, cancro, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie, disturbi neurodegenerativi, problemi di stomaco e malattie renali croniche al momento della registrazione. I partecipanti hanno completato questionari sulle loro caratteristiche personali, anamnesi, stile di vita e altri fattori relativi alla salute all’inizio dello studio e successivamente ogni 2-4 anni. I risultati mostrano che in media hanno guadagnato 1,5 kg ogni quattro anni, ovvero 8,8 kg in media in 24 anni.
I carboidrati amici della dieta: quali sono?
Tra i carboidrati distinguiamo gli zuccheri (o carboidrati semplici), che spesso hanno sapore dolce (glucosio, fruttosio, galattosio, maltosio, lattosio, saccarosio), e gli amidi (o “carboidrati complessi), essenziali per il loro apporto energetico, digeriti dall’intestino e assorbiti principalmente sotto forma di glucosio. Sono gli zuccheri complessi che ci danno energia a lungo.
I carboidrati come la pasta o le patate si trasformano lentamente in zucchero perché il nostro organismo deve spezzare la catena per trasformarlo in glucosio direttamente utilizzabile dalle cellule. Al contrario, gli zuccheri semplici, come le caramelle o lo zucchero, richiedono poco sforzo per essere digeriti e scomposti in unità. Sono quindi rapidamente disponibili per l’organismo.
Dai risultati è emerso che è opportuno differenziare gli effetti delle diverse tipologie di carboidrati e quindi limitare alimenti a base di cereali raffinati, verdure amidacee, bevande dolci. Promuovere invece cereali integrali, frutta, verdure non amidacee (broccoli, carote, spinaci). La chiave è quindi il consumo di fibre alimentari. Anche queste fanno parte dei carboidrati complessi, ma non hanno alcun impatto sulla glicemia.
Ecco perché è consigliato consumare alimenti amidacei integrali o semi-integrali, e non a base di cereali bianchi o raffinati, perché naturalmente ricchi di fibre. Pane integrale, riso integrale, pasta integrale, semola di frumento, farina integrale, sapendo che all’occorrenza, i prodotti semicompleti possono essere digeriti meglio.
Oltre al fatto che aiutano a controllare il livello degli zuccheri nel sangue limitando l’assorbimento degli zuccheri da parte dell’organismo, le fibre sono molto utili per ottenere un effetto saziante durante i pasti e quindi per regolare l’appetito. A ciò si aggiunge il fatto che aumentano il senso di sazietà e favoriscono un buon transito intestinale.
Parole di Claudio Rossi