Di Claudio Rossi | 3 Maggio 2024
Attenzione all’orario in cui ceniamo. Non si tratta solo di salute in senso generico: il rischio lanciato dagli scienziati è concreto.
La cena è spesso al centro di dibattiti su quando sia meglio consumarla per garantire un sonno riposante, una buona digestione e un peso corporeo equilibrato. Ma qual è l’orario ideale per cena? La risposta può sorprendere. Ma arriva dalla scienza, quindi ci fidiamo.
Per molto tempo, la cena è stata considerata il pasto principale della giornata, spesso consumato nel tardo pomeriggio o in serata, specialmente nelle culture occidentali. Tuttavia, la ricerca scientifica sta portando alla luce nuove prospettive su quando sia meglio cenare per favorire la salute e il benessere complessivo.
Il ritmo circadiano, il nostro orologio biologico interno che regola i cicli sonno-veglia e altri processi fisiologici, gioca un ruolo fondamentale nel determinare il momento ottimale per consumare i pasti. Secondo gli esperti, cenare troppo tardi può interferire con questo ritmo naturale, compromettendo la qualità del sonno e la digestione.
Oltre all’orario, è importante anche considerare la composizione e le dimensioni della cena. Optare per pasti leggeri e nutrienti, ricchi di verdure, proteine magre e cereali integrali, può favorire la digestione e fornire al corpo i nutrienti di cui ha bisogno senza appesantire lo stomaco.
L’orario ideale per cenare: il nuovo studio ribalta tutto
Cenare troppo vicino all’ora di andare a letto può causare problemi di digestione e reflusso acido, disturbando il sonno e riducendo la qualità del riposo notturno. Gli esperti consigliano di evitare pasti pesanti e abbondanti nelle ore immediatamente precedenti il riposo notturno per favorire un sonno profondo e ristoratore. Cose che tutto sommato già sappiamo. Ma una ricerca scientifica delle ultime settimane lancia un messaggio ancor più inquietante.
Un recente studio pubblicato su Nutrition & Diabetes ha sollevato l’allarme: mangiare dopo le 23:00 potrebbe essere associato a un aumento del rischio di mortalità per cancro e diabete. Tuttavia, come sempre accade, è importante analizzare i dati nel loro contesto per comprendere appieno l’argomento.
Lo studio, condotto su più di 40.000 persone, ha evidenziato un’associazione tra il consumo di cibo notturno e un aumento della mortalità per determinate malattie. Tuttavia, al momento mancano ancora studi approfonditi sui meccanismi molecolari che potrebbero spiegare questa relazione. Si ipotizza che il metabolismo, che segue il ciclo circadiano sincronizzandosi con la luce solare, possa essere influenzato negativamente dal consumo di cibo durante la notte, aumentando così il rischio di sviluppare malattie croniche.
È importante notare che lo studio ha evidenziato anche un aumento della mortalità solo nei casi in cui i pasti notturni fossero calorici. Se i pasti notturni sono leggeri e a basso contenuto calorico, questo aumento di rischio non è stato riscontrato. Questo solleva la questione dello stile di vita e delle abitudini alimentari delle persone che potrebbero essere costrette a mangiare durante la notte. Come ad esempio i lavoratori notturni, i quali potrebbero consumare cibi poco salutari durante il turno di lavoro.
Tuttavia, lo studio presenta anche alcune criticità, tra cui la mancanza di informazioni specifiche sulla durata del sonno. Come sottolineato dai ricercatori stessi, la durata e la qualità del sonno possono influenzare la salute, e quindi sarebbe stato utile avere dati più dettagliati in merito.
Sebbene la situazione non sia ancora del tutto chiara, studi precedenti hanno confermato una correlazione tra sovrappeso/obesità e consumo di pasti notturni. Di conseguenza, le persone che hanno l’abitudine di mangiare di notte sono incoraggiate a evitare cibi ad alta densità energetica e ad adottare uno stile di vita e abitudini alimentari più salutari. La ricerca continua su questo argomento per comprendere appieno i meccanismi coinvolti e le potenziali implicazioni per la salute umana.
Parole di Claudio Rossi