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Buoni pasto per fare la spesa: dove spenderli e tutti i vantaggi per il dipendente

Esistono due tipi di buoni pasto, quelli cartacei e quelli elettronici, entrambi per essere fruibili devono possedere alcune caratteristiche.

Il buono pasto cartaceo deve essere munito di codice fiscale e ragione sociale dell’azienda o datore di lavoro, codice fiscale e ragione sociale della società di emissione, valore facciale espresso in valuta corrente, scadenza per l’utilizzo, data di utilizzo, firma del titolare e timbro dell’esercizio convenzionato.
Inoltre, deve essere sempre presente la dicitura che indica che lo strumento non è cedibile, cumulabile oltre al limite di otto buoni pasto, commercializzabile o convertibile in denaro e utilizzabile solo dal titolare.

Il buono pasto elettronico si presenta sotto forma di tessera e possiede le medesime caratteristiche del buono cartaceo, che sono però associate al ticket elettronicamente.

All’interno del sistema dei buoni pasto vi sono diversi attori, a partire dalle aziende emettitrici, ovvero società che producono e gestiscono la distribuzione dei buoni. Troviamo poi le aziende, che acquistano i buoni pasto e li consegnano ai dipendenti che potranno utilizzarli in cambio di beni alimentari. Infine, ci sono gli esercizi convenzionati con le società emettitrici, quali ristoranti, mense, bar e supermercati.

Buono pasto full digital tramite app

Un’ulteriore comodità dei buoni pasto è che possono essere utilizzati full digital, ovvero in maniera totalmente digitale e dematerializzata. Infatti, oltre al carnet cartaceo e alla card elettronica possono essere utilizzati comodamente dall’app, senza l’utilizzo di ulteriori supporti fisici. Come? Basterà generare un codice unico da fornire all’esercente, che lo utilizzerà per finalizzare l’acquisto del pasto.

A chi spettano e dove spenderli

I buoni pasto possono essere erogati a dipendenti sia a tempo pieno che part time e anche ai collaboratori. Possono quindi usufruirne coloro che possiedono un contratto a tempo indeterminato o determinato, un contratto di inserimento lavorativo, apprendistato, un contratto di lavoro a chiamata o un contratto di somministrazione del lavoro. Inoltre, possono essere utilizzati anche quando la giornata lavorativa cade in un giorno festivo o di domenica, che sia questa a tempo pieno o parziale. È bene però ricordare che nessuna azienda è obbligata a erogare buoni pasto, in quanto non possiedono una natura retributiva, ma assistenziale e diventano obbligatori solo se previsti dal contratto collettivo. Anche le partite IVA possono beneficiare dei vantaggi fiscali dei buoni pasto, infatti, sono 100% deducibili e detraibili, dando così un grosso aiuto anche ai liberi professionisti che ne usufruiscono.

Secondo la normativa i buoni pasto possono essere utilizzati: presso esercizi legittimati a somministrare alimenti e/o bevande, presso esercizi di vendita al dettaglio di generi alimentari, presso gli artigiani, presso imprese industriali autorizzate, presso gli imprenditori agricoli e coltivatori e infine presso gli agriturismi.

I vantaggi dei buoni pasto

I vantaggi per imprese e consumatori sono diversi ed è possibile approfondirli anche su portali specializzati, come ad esempio il sito di Edenred www.edenred.it. Il vantaggio principale per le aziende riguarda senz’altro un risparmio dei costi di gestione delle pause pranzo dei dipendenti, infatti la maggior parte delle aziende non possiede una mensa interna e può utilizzare i buoni al posto dell’indennità sostitutiva di mensa, che invece viene calcolata come reddito e quindi tassata. Inoltre, permette di dare più capacità di spesa ai propri dipendenti, con un conseguente incremento della soddisfazione.

I benefici per coloro che svolgono l’attività lavorativa sono diversi, a partire dalla possibilità di scelta dell’esercizio commerciale in cui rifornirsi e la possibilità di utilizzarli non soltanto per coprire i costi della pausa pranzo, ma per effettuare la spesa alimentare. Infatti, ricordiamo che i buoni pasto sono cumulabili fino a un massimo di 8, questo permette di agevolare moltissimo il dipendente, che vede il suo potere di acquisto aumentato.

Cambiamenti a partire da gennaio 2020

A partire da gennaio 2020 vi sono stati alcuni cambiamenti relativi all’articolo 51 comma 2 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). I buoni pasto elettronici hanno visto la soglia di deducibilità aumentare da 7 euro a 8 euro, mentre quelli cartacei sono scesi a 4 euro dai 5,29 iniziali. Non è prevista nessuna detrazione IVA per le aziende che utilizzano i ticket in forma cartacea, l’obiettivo, come si può facilmente evincere, è quello di favorire la digitalizzazione dei pagamenti.

Redazione Buttalapasta

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