Occorre leggere le sigle riportate sul contenitore di plastica che intendiamo utilizzare, non tutti infatti sono pensati per gli alimenti.
Leggere l’etichetta sugli alimenti assicura la qualità del prodotto e soprattutto ci consente di controllare le sostanze in esso contenute. Esistono tuttavia diverse etichette, che non riguardano esclusivamente i cibi ed i prodotti gastronomici. Su ogni oggetto pronto all’utilizzo vengono palesate una serie di sigle, le quali possono valere come certificazione europea oppure come garanzia che nella realizzazione non siano stati utilizzati materiali tossici per l’ambiente. Per la plastica esistono delle diciture particolari, riportate ad esempio sui contenitori destinati alla conservazione degli alimenti. Non tutti sono adatti al calore, alle temperature gelide del frigorifero e, ancor più importante, non tutti possono essere riutilizzati nel tempo.
Non tutti i contenitori di plastica vantano la medesima composizione. Esistono ad esempio le confezioni monouso, quelle adatte alle alte temperature ed infine quelle che non dovrebbero entrare in contatto con gli alimenti grassi. Su ognuna di esse sono riportate delle sigle che aiutano il consumatore ad individuare il contenitore migliore per le sue esigenze. La plastica migliore in commercio riporta la sigla PE o HPPE (polietilene ad alta intensità) ed è perfetta per la conservazione di alimenti caldi e/o acidi.
Esiste poi il PP (polipropilene), la cui plastica è stabile alle temperature particolarmente fredde – quali possono essere quelle del congelatore – ma anche relativamente calde, fino a 120 gradi. Se trovate invece la sigla PS (polistirene o polistirolo) è sicuro per quanto concerne la conservazione dell’alimento in frigorifero, ma sarebbe meglio evitare il contatto prolungato del cibo e soprattutto l’esposizione ai raggi UV.
Le due sigle che dovrebbero mettervi invece in allarme sono PET e LDPE. La prima infatti indica una plastica instabile al calore, mentre la seconda non è idonea al contatto con gli alimenti caldi ed è sconsigliato il suo utilizzo, rientra dunque nelle plastiche monouso. Per ultimo, alcuni contenitori riportano invece la dicitura PVC, non adatto ai cibi caldi e grassi. Dunque, prima dell’acquisto dei contenitori destinati alla conservazione dei nostri alimenti, è importantissimo leggere le sigle palesate in prossimità del pittogramma del riciclaggio.
Il rischio infatti è che, scegliendo una composizione instabile al calore ad esempio, la sua esposizione in microonde o in forno comprometta l’equilibrio chimico della plastica, andando a danneggiare inevitabilmente l’alimento in esso contenuto e destinato ai nostri pasti.
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