Fate molta attenzione alla farina che utilizzate questo mese dopo che è scoppiata l’allerta dal mercato per possibili gravi rischi.
Il Ministero della Salute ha immediatamente acceso l’allerta alimentare su un prodotto che è stato ritirato. Chi l’ha acquistata può tranquillamente restituirla al punto vendita per ricevere indietro il rimborso completo di quanto speso. La notizia ha allarmato molti consumatori che avevano già acquistato la farina in questione e che magari l’avevano anche utilizzata nelle loro preparazioni.
Vogliamo, dunque, darvi qualche informazione in più, per evitare che anche voi vi troviate di fronte a situazioni spiacevoli. L’allarme alimentare è stato redatto dal Ministero ed è presente sul sito ufficiale con tanto di codici dei lotti che non devono essere utilizzati.
Purtroppo è capitato diverse volte, nell’ultimo periodo, di assistere a richiami del genere che hanno messo in allerta la popolazione. Il Ministero si è dimostrato però sempre pronto e ricettivo in merito, riuscendo a dimostrare efficienza e attenzione nei confronti di numerosi aspetti che vanno comunicati con attenzione e meticolosa precisione. Andiamo ora a vedere l’ultima segnalazione.
L’allerta alimentare parla di un richiamo disposto per la presenza di micotossina Fumonisine B1 e B2 in un quantità che è superiore ai limiti di legge che sono presenti all’interno dei regolamenti dell’Unione Europea.
Si tratta di farina gialla in pacchi da 1 kg prodotta da Agrinovanta Sca con stabilimento in via del Sorino 60 a Storo in provincia di Trento e che sulla scatola ha apposto il 2 aprile del 2025. Il lotto interessato è il numero B4021024.
Viene precisamente indicato di non consumare la farina per nessun motivo e di riportarla al punto vendita dove è stata acquistata. Ma cosa sono le Fumonisine? Si tratta di micotossine che derivano dai funghi Fusarium. La loro presenza è spesso protagonista nel mais e genera malattie negli animali con sospetto che possa trattarsi di argomento cancerogeno anche per l’uomo.
In Europa c’è un regolamento stilato dalla CEE (1126/2017) che fissa i livelli massimo in 4000µg/kg per il mais non lavorato, 1000µg/kg nel mais adatto al consumo umano e 200µg/kg negli alimenti a base di mais che sono preparati per bambini e neonati.
Un rischio chimico sul quale si fa molta attenzione per evitare dei possibili problemi ai consumatori e che il Ministero della Salute ha predisposto con un richiamo immediato e ritiro dal mercato senza nessuna possibile alternativa.
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