Di Samanta Airoldi | 3 Febbraio 2025
Ebbene sì, non esistono solo musei per cose belle e gradevoli da vedere o da apprendere, esistono anche musei per “ammirare” dei veri e propri orrori. Ha aperto il Museo degli Orrori Alimentari e ci è finito dentro un cibo italiano famoso in tutto il mondo, che ha alle spalle una tradizione antichissima.
Noi italiani ci lamentiamo molto, ammettiamolo: abbiamo spesso da ridire che nel nostro Paese tante cose non funzionano e potrebbero andare parecchio meglio di come vanno. Ma se c’è una cosa di cui andiamo fierissimi è la nostra cucina: con orgoglio ripetiamo spesso che la cucina italiana è la migliore al mondo.
Ma siamo proprio sicuri che sia così oppure sarà semplicemente una nostra convinzione? La cucina italiana è sicuramente gustosa e ha la caratteristica di essere molto varia: basta fare 20 km per scoprire piatti diversi, appartenenti a tradizioni differenti profondamente radicate nei vari territori.
La nostra cucina è sicuramente molto apprezzata dalla maggior parte dei turisti. Eppure abbiamo anche noi qualche piccolo difetto, se così si può chiamare. Infatti, di recente, uno degli alimenti italiani considerati più pregiati, è finito all’interno del Museo degli Orrori Alimentari. Difficile da credere anche perché si tratta di un cibo con una tradizione centenaria alle spalle, eppure è proprio così.
Brutta batosta per cucina italiana: il pregiato cibo finisce nel Museo degli Orrori Alimentari
Se la cucina italiana sia davvero o no la migliore al mondo forse è impossibile stabilirlo in quanto quando parliamo di cucina è sempre una questione di gusto e il gusto, da che mondo è mondo, è soggettivo: il cibo X per me può essere buonissimo e per un altro può essere pessimo e viceversa. Tuttavia mai ci saremmo immaginati che un nostro prodotto storico potesse finire all’interno del Museo degli Orrori Alimentari. Invece è proprio così.
Il Museo degli Orrori Alimentari si trova in Svezia, a Malmö per la precisione. A dispetto di quanto si potrebbe immaginare è super visitato dai turisti di tutto il mondo i quali a tavola amano mangiare bene ma poi sono anche curiosi di scoprire i vari orrori “sfornati” nei vari Paesi del mondo.
Tra gli alimenti più “improbabili” e disgustosi che si possono trovare all’interno di questo museo un posto d’onore va ad uno dei nostri formaggi: il Casu Marzu, un formaggio sardo che, per chi lo produce, è da sempre considerato un orgoglio e attrae turisti da ogni parte del Pianeta curiosi di provare il famosissimo formaggio “con i vermi”. Già, la particolarità del Casu Marzu, infatti, è proprio questa: contiene vermi vivi.
Tale formaggio è stato messo al bando dall’Unione Europea e, infatti, è vietata la produzione e la vendita poiché proprio la presenza dei vermi lo renderebbe un formaggio pericolosissimo per la salute e potenzialmente letale. Nel 2005, però, lo studioso canadese Massimo Marcone, docente presso la University of Guelph in Ontario, dopo aver analizzato il Casu Marzu, era giunto alla conclusione che se realizzato correttamente e consumato con moderazione, non fosse pericoloso.
Museo degli Orrori Alimentari: ecco i cibi più disgustosi che si possono trovare
A dispetto del nostro orgoglio per la nostra buona cucina, il Casu Marzu, uno dei nostri formaggi storici, è finito dritto dritto all’interno del Museo degli Orrori Alimentari in Svezia. Un’altra brutta batosta per l’Italia dopo che di recente l’insalata di nervetti -specialità milanese – è stata annoverata tra le pietanze più disgustose sulla faccia della Terra.
Ma Casu Marzu a parte, all’interno del museo svedese è possibile trovare alimenti veramente da brivido. Qualche esempio? Se amate il buon vino resterete scioccati dall’apprendere che in Cina esiste un vino realizzato non con l’uva ma con i topi i quali vengono fatti “affogare” in un liquido a base di riso.
Non meno orribile il Ttongsul: vino coreano realizzato con feci umane fermentate. E per concludere non poteva mancare una bevanda tipica dell’India, il Gomutra. Che cosa c’è dentro a questa “bibita”? Niente di meno che l’urina delle mucche. Insomma alla fine dei conti il nostro Casu Marzu, in confronto a tutto questo, sembra una prelibatezza!
Parole di Samanta Airoldi
Sono Samanta, sono nata a Genova ma vivo a Milano da molti anni. Ho conseguito Laurea specialistica e Dottorato in Filosofia Politica e svolgo il lavoro di redattrice dal 2015. Ho pubblicato alcuni libri di Filosofia Politica in chiave "pop" e, nel corso di questi anni, ho lavorato per diversi blog. Mi sono sempre occupata, principalmente, di Politica ed Economia ma, talvolta, anche di lifestyle, benessere e alimentazione vegana essendo io stessa vegana. Le mie passioni principali sono proprio la Politica e l'Economia ma mi interessa anche il settore del benessere.