Di Matteo Fantozzi | 19 Novembre 2024
Antonino Cannavacciuolo è riuscito a trasformare il dolore in ispirazione, trovando la voglia di guardare verso di lei per raggiungere i risultati.
Il noto chef campano è oggi uno dei volti più noti del mondo dello spettacolo, ma anche per quello della cucina di lusso. Oggi vi raccontiamo un particolare di lui che non conoscono in molto.
Lo chef è nato a Vico Equense il 16 aprile del 1975. La sua notorietà gli arriva grazie alla partecipazione a numerosi programmi televisivi dove si è fatto conoscere anche come persona. Entrando come il burbero di Cucine da incubo, ha mostrato il suo lato tenero e umano invece a Masterchef Italia dove da anni fa il giudice.
A dire la verità però dietro questa figura televisiva c’è molto di più e uno chef di competenza internazionale che già da molto prima si era fatto notare agli occhi delle sale che contano. Le prime esperienze le vive a Sorrento, subito dopo si reca in Francia per due stage che contribuiscono alla sua formazione. Dal 1999 gestisce Villa Crespi a Orta San Giulio sul Lago d’Orta dove ha dimostrato tutta la sua bravura. Ma sapete chi è la sua fonte di ispirazione primaria che gli regala delle grandi emozioni ancora oggi?
Antonino Cannavacciuolo, il dolore trasformato in fonte di ispirazione
Antonino Cannavacciuolo ha parlato di sua nonna come fonte di ispirazione del suo percorso professionale, riuscendo ad arrivare a dei risultati davvero straordinari. Su Facebook ha pubblicato di recente una bella foto di un piatto di pasta al ragù e sottolinea: “Mia nonna faceva un ragù fenomenale. La mattina metteva il sugo a farsi e se ne andava nei campi. Non vi dico il profumo che c’era in quella casa”.
La figura della nonna è stata importantissima per lo chef e nel suo percorso di crescita perché è proprio dai suoi straordinari piatti che ha iniziato ad amare la cucina. Una genuinità che Antonino non ha lasciato nel suo percorso di crescita e che gli ha permesso di raccogliere dei risultati straordinari anno dopo anno.
A Domenica In ha specificato alcuni anni fa: “Mia nonna è scomparsa più di 25 anni fa, ma per me è sempre presente, al mio fianco. Alzo lo sguardo verso di lei sempre, anche ora prima di entrare in studio l’ho fatto. Lei era una persona che faceva bene a tutti”.
E proprio da queste parole si capisce, conoscendone la figura, che Cannavacciuolo è molto vicino alla nonna come uomo.
Parole di Matteo Fantozzi
Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.