Ho sempre sbagliato a conservare la pastiera: ora ho capito come si fa e si mantiene alla perfezione per giorni e giorni.
Uno dei dolci tipici delle feste campane è Sua Maestà la pastiera. Apprezzata non solo nella sua regione d’origine, ma anche nel resto d’Italia e del mondo, la pastiera è un dessert lungo e laborioso da preparare. Se però viene poi conservato correttamente può mantenersi alla perfezione anche per diversi giorni.
Io in passato sbagliavo di continuo e finiva che, ahimè, la dovevo buttare. Ora che ho scoperto come si fa non ho più di questi problemi perché rimane fresca e morbida come appena fatta.
Ovviamente è possibile optare per diverse tecniche di conservazione a seconda di quanto tempo prima si prepara e di quando deve essere consumata.
Siccome la pastiera napoletana è un dolce piuttosto lungo da realizzare, è possibile prepararla in anticipo e conservarla anche per giorni prima di essere consumata. L’importante, però, è adottare qualche piccola, ma essenziale accortezza per evitare che vada a male. Per farla rimanere come appena fatta è possibile optare per diverse tecniche di conservazione:
A prescindere dal metodo di conservazione, la pastiera si deve poi servire seguendo degli accorgimenti ben precisi. La tradizione vorrebbe che venisse portata in tavola rigorosamente a temperatura ambiente o, meglio ancora, leggermente riscaldata in forno, così che l’interno risulti bello vellutato e si sprigionino tutti gli aromi tipici del dolce. Per un tocco in più, spolvera la superficie con un po’ di zucchero a velo. Qualcuno ama presentarla anche con un ricciolo di panna o una pallina di gelato alla crema o, ancora, con una spruzzata di cannella in polvere.
Forse non tutti sanno che le origini della pastiera sono legate alla mitologia. Si narra, infatti, che la pastiera fosse un omaggio alla Dea della fertilità, Demetra, la cui figlia, Persefone, fu rapita da Ade e portata nell’oltretomba. La pastiera, con il suo ripieno di grano e ricotta, simboleggia di fatto la rigenerazione della natura.
Per questo è spesso associata alla Pasqua o ad altre ricorrenze speciali. Secondo un’altra leggenda, sarebbe legata alla sirena Partenope che avrebbe donato il dolce agli abitanti di Napoli come gesto di gratitudine per la bellezza della loro città.
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