Un recente studio svela una connessione tra il consumo di determinati cibi e l’insorgenza dell’Alzheimer. Quali sono e perché si rischia?
Ci sono novità nello studio di una patologia che coinvolge prevalentemente le persone anziane e che generalmente si manifesta nella terza età. Si tratta dell’Alzheimer, grave patologia cerebrale degenerativa che si manifesta come una demenza ed è progressivamente invalidante.
È un disturbo neurocognitivo maggiore che determina la distruzione delle cellule nervose provocando la mancanza di memoria e cambiamenti della personalità. I sintomi si sviluppano lentamente peggiorando progressivamente fino a rendere completamente invalida la persona che non è più in grado di interagire normalmente nelle relazioni e svolgere le più comuni azioni quotidiane.
Recentemente, uno studio presentato all’Alzheimer Association International Conference di Philadelphia e riportato da CNN Health ha rivelato che ci sarebbe un nesso tra il consumo di determinati alimenti e l’insorgenza della malattia. Alcuni cibi rappresenterebbero perciò un fattore di rischio. Ecco di quali si tratta e perché avviene questo.
L’alimentazione sana è fondamentale per la buona salute e si sa che la qualità del cibo ha una notevole influenza sullo sviluppo di molte patologie. Si è pensato di indagare a fondo e cercare di capire se anche per quanto riguarda l’Alzheimer ci potesse essere un legame con il consumo di specifici alimenti. Questi risulterebbero pericolosi quando se ne fa un consumo frequente e prolungato nel tempo. Due studi combinati hanno preso in esame l’alimentazione e questa determinata malattia e sono arrivati ad una chiara conclusione.
Il Nurses Health Study si è concentrato ad analizzare i fattori di rischio di malattie croniche nelle donne e l’Health Professional Follow up Study ha preso in esame gli uomini per un totale tra le due ricerche di 130 mila persone analizzate. Sono state esaminate le abitudini alimentari ed è stato riscontrato come le carni processate possano di fatto considerarsi nocive ed elemento di rischio per lo sviluppo dell’Alzheimer. Affettati, salumi, bacon, wurstel, sono gli alimenti incriminati.
Si è notato invece come il consumo di legumi, frutta secca in porzioni quotidiane abbia invece un impatto assolutamente benefico. Le carni processate svolgono una funzione altamente infiammatoria, e al contrario frutta secca e legumi sfiammano l’organismo e rilasciano nutrienti salutari. Mentre le carni processate depositano nel corpo tossine, sodio e nitrati, gli alimenti antinfiammatori contrastano questi elementi disintossicando. Ovviamente le carni processate non sono da bandire completamente e da eliminare in toto dalla propria dieta, ma è essenziale farne un consumo moderato e saltuario.
Mangiarle periodicamente non fa male, se invece diventano parte integrante della dieta quotidiana il pericolo può essere sostanziale. La moderazione, quindi, si rivela sempre utile. Le sane abitudini alimentari sono ciò che consente di prevenire malattie e salvaguardare il benessere nel modo più facile.
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