Di Luigi Russo | 6 Gennaio 2024
Esplora il mondo degli agrumi per preparare dolci e marmellate e impara a distinguere le bucce commestibili da quelle non adatte al consumo.
Gli agrumi includono una serie di frutti molto deliziosi, tra cui arance, mandarini e clementine. Questi alimenti sono apprezzati per il loro sapore dolce e rinfrescante e per il fatto che offrono una serie di benefici per la salute, ma è bene conoscere al meglio la provenienza di tali frutti prima di consumarli.
Moltissimi agrumi sono ricchi di vitamina C, antiossidanti e altri nutrienti essenziali, quindi costituiscono una scelta eccellente per mantenere una dieta equilibrata. Una spremuta d’arancia in inverno o una bevanda al limone in estate, sono il modo migliore per cominciare la giornata con il carico di nutrienti giusto.
Caratteristica essenziale degli agrumi, tuttavia, non è rappresentata solo dalle vitamine: la loro buccia è estremamente profumata e rientra fra gli aromi naturali più impiegati in cucina. In molti, ad esempio, fanno uso della scorza di arance e limoni per dare il giusto tono alle preparazioni di dolci natalizi, ma soprattutto marmellate.
Prima di utilizzare la buccia di qualsiasi agrume, però, bisogna far attenzione ad alcuni fattori che potrebbero compromettere tutti i principi sani che conservano questi frutti.
Trattamenti alla buccia degli agrumi: come evitare il rischio di ingerire pesticidi
Il consiglio basilare è quello di lavare bene gli agrumi per rimuovere eventuali residui di pesticidi o cera. Questo perché, dagli attimi successivi alla raccolta, i frutti vengono cosparsi di alcune sostanze in grado di migliorarne l’aspetto e la conservazione.
L’impiego di sostanze del genere è stato vietato oltre dieci anni fa dal regolamento UE 1129/2011, ma ci sono altrettanti prodotti chimici che rischiano di finire nelle nostre ricette se non si presta la dovuta attenzione alla provenienza degli agrumi. Come riporta ilfattoalimentare.it, ad esempio, il tiabendazolo o l’imazalil sono prodotti ancora utilizzati come fungicidi o antiparassitari.
Per tutelarsi da queste sostanze, bisogna far attenzione all’etichetta: in Italia, come spiega il docente di Microbiologia alimentare all’Università degli Studi di Teramo, spiega Antonello Paparella, c’è l’obbligo della menzione “buccia non edibile” negli agrumi. Quest’obbligo, tuttavia, riguarda solo i prodotti trattati con il fungicida imazalil.
L’unico problema sopraggiunge presso i mercati rionali o al supermercato in caso di banchi self-service. In questi casi, spiega l’esperto, i venditori non sempre espongono l’apposita dicitura perché non obbligati a farlo, seppur siano tenuti a specificarla sulla cassetta per il trasporto. Quando la provenienza è dubbia, dunque, è sempre meglio acquistare arance e limoni biologici o comprare agrumi con retine o imballaggi con la dicitura “buccia edibile“.
Parole di Luigi Russo