Di Greta Di Raimondo | 21 Dicembre 2023
Dopo la guerra contro il Consorzio del Parmigiano Reggiano, oggi il Grana Padano è costretto a cambiare etichetta. Ecco cosa è successo.
È il formaggio italiano più venduto al mondo, quello più consumato sulle tavole di tutti i continenti. Il Grana Padano viene prodotto nelle regioni Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Veneto ed Emilia Romana. Le sue origini sono da ricercare agli inizi del 1130, precisamente nell’abbazia di Chiaravalle, pochi chilometri a sud di Milano. Il formaggio prodotto dai monaci era chiamato caseus vetus, ovvero formaggio vecchio, e veniva conservato in apposite caldaie.
Il momento della svolta nella produzione del Grana Padano è riconducibile al 1951, anno in cui i tecnici e gli operatori caseari europei siglano una “Convenzione”, nella quale fissano norme precise in tema di denominazione e caratteristiche dei formaggi. In quella occasione vengono distinti il formaggio “di Grana Lodigiano”, che poi è divenuto il “Grana Padano”, e il “Parmigiano-Reggiano”. Nel 1996 il Grana Padano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta da parte dell’Unione Europea.
Al nono mese di stagionatura, le forme di Grana Padano vengono esaminate con i tradizionali strumenti di controllo da parte dei tecnici, ovvero il martelletto, l’ago e la sonda. Se i risultati ottenuti superano tutte le prove, la forma riceve il marchio a fuoco, che ne garantisce la qualità “sana, leale e mercantile” del Grana Padano DOP. Ad apporre il marchio sulle forme dei formaggi, sono i tecnici dei caseifici, sotto l’occhio dei funzionari del Consorzio di Tutela e su disposizione dell’ente certificatore (CSQA).
La lotta tra Grana Padano e Parmigiano Reggiano: cosa è successo?
Il Grana Padano DOP si produce esclusivamente con latte crudo, proveniente dalla zona di produzione, parzialmente decremato per affioramento naturale, munto da bovine alimentate secondo regole precise e lavorato esclusivamente in caldaie in rame. Il disciplinare del Grana Padano Dop, a differenza di quello del Parmigiano Reggiano Dop, ammette l’uso di lisozima, considerato un additivo conservante.
Il Consorzio del Grana Padano, a seguito della modifica ministeriale dell’8 maggio 2018 da parte Ministero della Salute che rivalutava la lisozima come coadiuvante tecnologico, ha cancellato da ogni etichetta e materiale informativo la parola “conservante“.
Il Parmigiano Reggiano Dop ha presentato al Tar del Lazio un ricorso per l’annullamento della circolare ministeriale, seguita da un parere del Consiglio Superiore di Sanità sulla lisozima in quanto conservante. La sentenza del Tar del Lazio del 14 dicembre 2023 ha dato ragione al Parmigiano Reggiano, obbligando il Grana Padano DOP a modificare la propria etichetta.
Parole di Greta Di Raimondo
Laureata in Beni Culturali e Discipline dello Spettacolo, la mia formazione si basa prevalentemente sullo studio del settore artistico e culturale, dove risiedono la maggior parte dei miei interessi. Da un anno ricopro il ruolo di articolista, nel tentativo di appassionare i lettori al mondo dell'attualità e della cultura.