Celiachia, studio svela il modo innovativo per poterla curare

Donna con celiachia

Celiachia, studio svela il modo innovativo per poterla curare - buttalapasta.it

Da uno studio compiuto ormai diversi anni fa, emerge una strada percorribile per il trattamento della celiachia in maniera permanente.

La celiachia è una condizione dovuta ad una reazione anomala dell’organismo in seguito alla assunzione di glutine. La risposta che ne consegue porta ad una infiammazione dell’intestino tenue, e la cosa avviene in maniera sistematica. Tutto ciò porta ad avere dei disagi anche importanti ogni qualvolta si assumano degli specifici alimenti che contengono glutine. I cibi che contengono glutine sono principalmente:

  • Cereali: frumento (grano tenero e duro), orzo, segale, farro, spelta, kamut, triticale.
  • Derivati dei cereali: farine, amidi, semole, semolini, creme e fiocchi di cereali contenenti glutine.
  • Prodotti da forno: pane, focaccia, pizza, biscotti, torte, cracker, grissini.
  • Primi piatti: pasta, paste ripiene, gnocchi, pizzoccheri.
  • Alimenti processati: salse, sughi pronti, insaccati, zuppe confezionate, caramelle (a causa di additivi o contaminazioni).
  • Altri: birra, cereali per la colazione, alcuni tipi di yogurt e latte, e anche carne e pesce impanati o infarinati.

Chi è celiaco può guarire?

In genere ci vuole un periodo di diversi mesi per potere eliminare ogni traccia di disagio dal fisico. I sintomi della celiachia sono legati soprattutto al manifestarsi di disturbi intestinali (dolore e meteorismo, diarrea, costipazione, difficoltà a digerire) e, nei bambini, da un rallentamento della crescita.

Possono però manifestarsi anche affaticamento e stanchezza frequenti, anemia, carenza di indici di assorbimento dei nutrienti, dimagrimento senza spiegazione. Ed anche fragilità di unghie e capelli, ulcere ed afte in bocca, alterazione delle transaminasi, dermatite, riduzione della massa ossea (osteoporosi o osteopenia). E persino aborti spontanei e problemi di fertilità.

Alimenti con glutine

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Di solito in 8 mesi può avere luogo la negativizzazione degli anticorpi, e tra l’anno e l’anno e mezzo dopo avere eliminato il glutine dalla propria dieta ha luogo un ritorno ad una condizione di normalità. Ma la statunitense Stanford University aveva realizzato uno studio alcuni anni fa, divenuto attuale, in base al quale i suoi autori avevano annunciato la scoperta di una proteina capace di facilitare il trattamento della celiachia.

Cosa aveva scoperto questo studio

Tale proteina è associata proprio alla malattia, e disattivandola erano stati notati dei risultati positivi allo scopo di potere trovare degli eventuali nuovi trattamenti. Tale componente è la transglutaminasi 2, o TG2. E questo studio aveva posto in evidenza il ruolo di uno specifico enzima, chiamato ER57, che a quanto pare riesce a disattivare la transgutaminasi.

Tutto ciò era emerso a seguito di alcuni esperimenti compiuti su cavie da laboratorio. Spegnere la TG2 all’interno del loro organismo non aveva comportato alcun effetto collaterale negativo sulla loro salute. E questo ha fatto pensare al potere dare luogo a procedere anche negli umani.

Esperimento in laboratorio

Cosa aveva scoperto questo studio – buttalapasta.it

Occorreranno però altre osservazioni sui pazienti affetti da celiachia, prima di potere trovare effettivamente una cura capace di non dovere scegliere in maniera forzata delle modifiche alla dieta. Altri progressi sono stati fatti anche in ottica colesterolo alto, sul come poterlo trattare.

Parole di Salvatore Lavino

Classe 1985, giornalista pubblicista con una più che decennale esperienza nel settore e con migliaia di articoli prodotti in merito ai temi più disparati. Attualmente impegnato con diverse collaborazioni che trattano di vari argomenti, tra ecologia, cucina, sport, attualità, benessere e molto altro.

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