Di Cindy D | 18 Novembre 2024
Il tonno in scatola continua a generare preoccupazione tra gli esperti: nemmeno quello in vetro si salva.
Una recente indagine sul tonno in scatola ha messo in evidenza i rischi per la salute connessi al consumo del prodotto. Sebbene per alcune persone si tratti di un alimento che viene acquistato di tanto in tanto, per altri rappresenta una soluzione semplice e veloce da preparare che consente di risparmiare tempo ai fornelli. I pericoli legati alla sua assunzione, tuttavia, dovrebbero mettere ciascuno di noi in allarme.
Sono in molti coloro che acquistano regolarmente tonno in scatola da utilizzare in insalata o per la realizzazione di diversi piatti. Questo alimento viene particolarmente apprezzato da chi non ha tanto tempo a disposizione e vuole preparare portate rapide e non troppo impegnative. Ma per quanto possa essere pratico e avere un buon sapore, in realtà, il tonno in scatola è un nemico della nostra salute.
Solamente di recente, un’inchiesta ha portato a galla un aspetto a dir poco preoccupante relativo all’alimento tanto popolare nelle nostre cucine. La ONG francese Bloom ha preso in esame 148 scatolette di tonno provenienti dai supermercati di cinque Paesi europei (Francia, Spagna, Germania, Regno Unito e Italia). L’indagine ha sottolineato come ogni confezione presentasse tracce di mercurio, con risultati allarmanti.
Tonno in scatola, che sia in lattina o in vetro non c’è differenza: ecco perché la nostra salute è in pericolo
Bloom ha riscontrato livelli di mercurio superiori ai valori massimi previsti per il prodotto in una scatoletta di tonno su dieci. Come se non bastasse, il 57% delle confezioni conteneva livelli di mercurio oltre il limite stabilito dalla normativa europea per specie di pesci come le sardine, il salmone, lo sgombro e il merluzzo. Un dato semplicemente preoccupante, se pensiamo ai rischi derivanti dal contatto con il metallo in questione.
Il mercurio, infatti, è un elemento tossico per gli esseri umani il cui contatto può avere conseguenze devastanti per la nostra salute. Queste riguardano soprattutto il sistema nervoso, ma anche quello immunitario, gastrointestinale e cardiocircolatorio. L’esposizione ad esso si accompagna a sintomi quali debolezza muscolare, mancanza di coordinazione, disturbi alla vista e all’udito e intorpidimento delle dita di mani e piedi.
Nelle donne incinte, il mercurio può attaccare il feto con il pericolo che lo sviluppo neurologico del bambino risulti compromesso. Come spiegato da Bloom, la sua concentrazione nel tonno in scatola rischia di “generare una contaminazione diffusa nella popolazione” determinando “conseguenze potenzialmente gravi per la salute”.
Tutto ciò non vale solamente per il tonno conservato in lattina: anche quello in vetro presenta tracce di mercurio. Quest’ultimo, però, resta comunque preferibile in quanto – al contrario delle scatolette – non corre il pericolo di essere contaminato da BPA (ossia una sostanza chimica che, dalle lattine in cui sono contenuti gli alimenti, potrebbe trasferirsi su di essi).
Bloom, nella sua inchiesta, ha puntato il dito contro l’industria alimentare evidenziando la differenza tra i limiti di mercurio previsti per il tonno in scatola e per altre specie di pesce: nel primo caso, infatti, la soglia massima è molto più alta. Tale decisione non sarebbe legata a motivi sanitari ma meramente economici, andando così a mettere a rischio la salute di tutti noi.
Parole di Cindy D
Classe 1997, dopo la laurea in Scienze sociali per la globalizzazione ho iniziato a collaborare con diverse redazioni. Appassionata di scrittura da sempre, mi interessano soprattutto i temi sociali e di attualità.