Di Salvatore Lavino | 5 Novembre 2024
Ci sono delle novità clamorose per quanto riguarda la eminente Guida Michelin 2025, con delle sorprese che fanno rumore tra i presenti ed i bocciati.
L’edizione 2025 della Guida Michelin porta con sé un mix di sorprese e delusioni, riflettendo la complessità del panorama gastronomico italiano. Mentre si celebra l’assegnazione di un nuovo ristorante a tre stelle, Casa Perbellini 12 Apostoli di Verona, il numero complessivo di stelle Michelin scende da 395 a 393, evidenziando un trend di incertezze e cambiamenti.
L’ingresso di Casa Perbellini nella ristretta élite dei ristoranti a tre stelle rappresenta senza dubbio una vittoria per la ristorazione italiana, simbolo di eccellenza e maestria culinaria.
Però il quadro generale non è del tutto roseo. Infatti, la perdita di due stelle da parte di ristoranti storici come Piccolo Lago di Mergozzo (NO) e la riduzione a una stella per Gourmetstube Einhorn di Mules (BZ) e Tre Olivi di Paestum (SA) solleva interrogativi sulla sostenibilità e sulla costanza della qualità nei ristoranti di alto livello.
Numerosi ristoranti hanno visto sfumare il loro status Michelin, un segnale di cambiamento che non può passare inosservato.
Ristoranti che non confermano la stella
Tra quelli che non hanno confermato la loro stella nel 2025 ci sono nomi noti come il Giglio di Lucca, che ha recentemente annunciato la sua rinuncia, ma anche altri come Gagini Restaurant di Palermo e Palazzo Petrucci di Napoli. La Guida Michelin 2025 non manca comunque di indicare o di fare intuire altre novità, belle ma anche brutte.
Questa situazione evidenzia come la strada per i ristoratori non sia sempre in discesa. Ci sono delle sfide e delle complicazioni da affrontare che a volte possono costare caro, in un campo sempre più competitivo ed in evoluzione. Nonostante le perdite, ci sono per fortuna anche segnali positivi.
Alcuni ristoranti hanno cambiato sede ma sono riusciti a mantenere il loro status Michelin. Ad esempio, Claudio Melis ha traslocato da Bolzano a Merano con il suo ristorante Viaggio, e il ristorante Coria ha fatto lo stesso spostandosi da Caltagirone a Catania.
Questi trasferimenti dimostrano che la qualità e l’innovazione possono prosperare anche in nuove location, rimanendo al centro dell’attenzione gastronomica. Un altro aspetto significativo da considerare è il numero di chiusure avvenute nell’ultimo anno.
Ristoranti come Il Comandante di Napoli e VIVA di Milano non sono più parte della scena gastronomica italiana, lasciando un vuoto non solo per i clienti affezionati, ma anche per l’intero settore. Le chiusure di strutture storiche e innovative mettono in luce le difficoltà economiche e le pressioni del mercato che molti ristoratori devono affrontare, amplificate ulteriormente dalla pandemia e dalle incertezze economiche. Intanto, attenzione prima di ordinare al ristorante.
Parole di Salvatore Lavino