Di Romana Cordova | 3 Marzo 2024
Quanta pasta si può mangiare quando si fa una dieta dimagrante? Le opinioni sono diverse, ma qual è quella più giusta ed efficace?
La pasta è un alimento quasi irrinunciabile, soprattutto per gli italiani: anche a dieta si vuol mangiare il tipico piatto di pasta. Fonte di carboidrati, ha un notevole potere saziante e dona energia e una sensazione di appagamento a cui è difficile resistere.
In molte diete appositamente strutturate per perdere peso il consumo di pasta è consentito, ma va introdotto nelle giuste quantità. Proprio perché fornisce energia duratura, senso di sazietà e di conseguenza diminuisce la fame e quindi la voglia di mangiare ancora e dell’altro, la pasta è un alimento che può benissimo essere inserito nelle diete dimagranti. È importante però avere gli adeguati accorgimenti e quindi dosare nel modo più corretto e prediligere la pasta integrale o con farine più ricche di fibre.
Pasta a dieta: quanta mangiarne?
Per comprendere qual è il corretto quantitativo di pasta da mettere nel proprio regime alimentare è importante stabilire qual è il proprio fabbisogno calorico quotidiano. Questo varia in base a diverse componenti: età, sesso, peso, altezza, livello di attività fisica che si svolge e stato di salute generale. Ovviamente prima di procedere ad intraprendere una dieta dimagrante è opportuno consultare il proprio medico o un nutrizionista che possono fornire il piano alimentare adeguato alle proprie esigenze.
In linea generale si calcola che un adulto medio in buone condizioni di salute necessita di circa 2000 – 2500 calorie al giorno. La pasta rappresenta sicuramente una quota significativa dell’apporto calorico ed è fondamentale che sia ben bilanciata con proteine, grassi buoni, vitamine e sali minerali. Se per una dieta normale la porzione ottimale si aggira sui 70, massimo 100 g di pasta al giorno, nel caso di una dieta dimagrante questa dose deve essere dimezzata.
Si consente così di beneficiare degli elementi nutritivi contenuti nella pasta senza però eccedere, diminuendo l’apporto calorico e consentendo così la perdita del peso. In questo aiuta anche il tipo di pasta scelto, come appunto quella integrale che ha un maggior contenuto di fibre, o con la scelta di pasta fatta con altri cereali integrali con un indice glicemico inferiore.
Oltre alla quantità di pasta è essenziale che i condimenti siano leggeri perché molte calorie vengono apportate proprio da quelli. Inoltre, il consumo della pasta non deve essere costante, ma è bene che sia alternato, nel corso della settimana da altri alimenti che costituiscano un primo piatto.
I legumi e i cereali sono sicuramente la scelta più opportuna, anche perché l’alimentazione per essere sana e corretta deve essere bilanciata e varia. Le verdure ad esempio devono svolgere un ruolo preponderante. Non è quindi tanto l’assenza della pasta a determinare il dimagrimento, ma il modo giusto di mangiarla: quantità, qualità e condimento, sono questi gli elementi da osservare.
Parole di Romana Cordova
Laureata in Lettere moderne e specializzata come docente di lingua italiana a stranieri amo scrivere e occuparmi di lifestyle con particolare riferimento all'ambito della gastronomia. Sono autrice di un libro di cucina e tradizioni cattoliche, tema che per diversi anni ho approfondito anche in una trasmissione radiofonica.