Supermercati, quasi il 100% dei prodotti che compriamo non è salutare: lo rivela un nuovo studio

nuovo studio prodotti alimentari rischiosi

Cibo poco sano al supermercato: l'analisi su 20 multinazionali - buttalapasta.it

Un buon 89% dei prodotti alimentari delle multinazionali non è salutare: a confermarlo uno studio condotto sulle vendite.

L’importanza di un’alimentazione sana per la salute è ampiamente riconosciuta. Tuttavia, nonostante gli sforzi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite entro sette anni, la situazione alimentare globale presenta sfide significative. A quanto pare, la maggior parte dei generi alimentari prodotti da multinazionali note in tutto il mondo è tuttora insalubre dal punto di vista nutrizionale.

A dimostrare questa sorta di credenza comune, da sempre allevata da teorie ed analisi, è un nuovo studio finanziato dall’UNICEF e dall’Applied Research Collaboration (ARC) del National Institute for Health Research (NIHR). La ricerca in questione rivela che le grandi multinazionali del settore alimentare giocano un ruolo discutibile in questo contesto.

I risultati mettono in luce la sfida persistente nel settore alimentare globale, evidenziando la predominanza di prodotti non salutari nelle offerte delle principali multinazionali. Lo scopo è quello di sollevare preoccupazioni sulla salute pubblica e sottolineare la necessità di azioni concrete per promuovere un cambiamento positivo.

Quasi il 100% dei prodotti alimentari al supermercato è dannoso per la salute: lo studio

Secondo i dati analizzati nel 2020, è stato possibile rilevare quali prodotti possono essere considerati salutari e quali invece, non del tutto. Questa analisi è stata affrontata anche perché negli ultimi anni i dati hanno riscontrato un grave squilibrio nella salute dei bambini. Ben 200 milioni colpiti da malnutrizione e arresto della crescita, mentre circa 39 milioni sono in sovrappeso. Le grandi multinazionali del settore alimentare giocano un ruolo significativo in questo scenario, nonostante molte di queste siano impegnate in iniziative socialmente responsabili.

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I bambini sono soggetti maggiormente colpiti (in merito alla tipologia di acquisti), dalle conseguenze di un’alimentazione poco salutare – buttalapasta.it

Tuttavia, nonostante la buona fede dimostrata, analizzando 35.550 prodotti di 1.294 marchi provenienti da sette paesi, il 95% delle vendite di alcune aziende come Mondelēz, PepsiCo, Suntory, Mars e Keurig Dr Pepper proviene da prodotti non salutari come dolciumi, biscotti e bevande ad alto contenuto di zuccheri. In particolare, tutti i prodotti di Red Bull e Ferrero sono classificati come non salutari, e quest’ultima vende esclusivamente prodotti considerati malsani. Al contrario, il Gruppo Bimbo è l’azienda con la percentuale più alta di vendite derivanti da prodotti più sani, seguita da Danone e Conagra.

A tal proposito, è interessante notare come lo studio sottolinea la stretta relazione tra queste multinazionali e l’epidemia globale di malattie legate all’alimentazione, quali diabete e obesità. Analizzando nel dettaglio, tutti i prodotti di Red Bull e Ferrero sono classificati come non salutari, e la Ferrero vende esclusivamente prodotti considerati malsani.

Questo dato si rivela curioso vista la recente iniziativa dell’azienda che a breve vedrà l’arrivo della Nutella vegana: un prodotto  lanciato sia per coloro che hanno fatto una scelta etica, che per chi non consuma questo tipo di prodotto poiché poco salutare. Secondo Ferrero, infatti, questa nuova versione sarà più sostenibile, nonché salubre, ma secondo le ultime indiscrezioni, il prodotto continuerà a contenere olio di palma, grandi quantità di zucchero e poche nocciole.

Parole di Daniela Guglielmi

Potrei dire di essermela cercata, ma la verità è che la scrittura ha trovato me. Classe '94, scrittrice per caso e oggi redattrice a tempo pieno. La mia avventura con la scrittura è iniziata per gioco, quando qualche anno fa ho mollato tutto per ritrovare me stessa. Da allora collaboro con diverse riviste e blog, trasformando un semplice passatempo in una carriera a tempo pieno. Non amo la superficialità: mi nutro di approfondimenti e cerco sempre di andare oltre l'apparenza delle cose.

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